I cacciatori-raccoglitori del Mediterraneo avevano una dieta anche a base di pesce
Le analisi biomolecolari delle ossa di 11 individui preistorici rinvenuti presso l’antico cimitero spagnolo El Collado, dimostrano, contrariamente a quanto si pensava, che nel Mediterraneo mesolitico veniva consumato pesce in grandi quantità.
“Per la seconda volta – spiega Silvia Soncin del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza, fra gli autori dello studio – dimostriamo che la metodologia CSIA-AA è incredibilmente utile per lo studio delle abitudini alimentari del passato, soprattutto nel Mediterraneo. In questo contesto, infatti, la più classica analisi degli isotopi stabili del collagene non è abbastanza risolutiva per discriminare il contributo del pesce che è essenziale per comprendere le economie antiche. Grazie a CSIA-AA, ora possiamo andare avanti”.
I risultati del lavoro mettono in discussione la visione tradizionale secondo cui per i cacciatori-raccoglitori preistorici fosse il settore della pesca fosse scarsamente produttivo, rispetto alle controparti atlantiche, mostrando invece come questi individui vissuti circa 9.500 e 8.500 anni fa avessero un’economia fortemente orientata verso la costa che comprendeva una notevole quantità di risorse acquatiche, come pesci di acqua salmastra e crostacei.
Inoltre, permettono una ricostruzione più accurata della paleodieta e di parte dell’ambiente geografico e dell’ecosistema degli ominidi. La direzione è quella di arrivare a una conoscenza delle abitudini alimentari degli individui preistorici tale da poterle comparare quantitativamente con quelle delle popolazioni moderne, dove le implicazioni nutrizionali e sanitarie sono già ben esplorate.
Riferimenti:
Stable isotope analyses of amino acids reveal the importance of aquatic resources to Mediterranean coastal hunter–gatherers – Maria Fontanals-Coll, Silvia Soncin, Helen M. Talbot, Matthew von Tersch, Juan F. Gibaja, André C. Colonese and Oliver E. Craig – Proc. R. Soc. B 290:20221330. https://doi.org/10.1098/rspb.2022.1330
Immagine e fonte: comunicato stampa Università Sapienza