I geni del cortaggiamento
Nonostante le sue piccole dimensioni e la sua apparente semplicità, il moscerino della frutta (Drosophila melanogaster) esibisce un comportamento di corteggiamento molto complesso, simile ad una danza, durante la quale i maschi ripetono una serie di movimenti stereotipati. In primo luogo il maschio si avvicina alla femmina e la sfiora con una zampa, per poi iniziare una serenata realizzata mediante […]
Nonostante le sue piccole dimensioni e la sua apparente semplicità, il moscerino della frutta (Drosophila melanogaster) esibisce un comportamento di corteggiamento molto complesso, simile ad una danza, durante la quale i maschi ripetono una serie di movimenti stereotipati. In primo luogo il maschio si avvicina alla femmina e la sfiora con una zampa, per poi iniziare una serenata realizzata mediante la vibrazione delle ali. Questa ha un effetto che si può definire afrodisiaco, in quanto solo in seguito a questo comportamentento le femmine acconsentono l’approccio e avviene l’atto riproduttivo.
Si è sempre pensato che questo comportamento altamente ripetuto fosse geneticamente determinato, ma solo ora giungono importanti conferme molecolari. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Hokkaido ha infatti identificato alcuni geni in grado di innescare il corteggiamento, che sono espressi solo in alcune cellule del cervello dei maschi.
Lo studio ha inizialmente preso in considerazione l’attività del gene fruitless (fru), che come noto da tempo si esprime solo negli individui maschi: questo gene agisce nel cervello maschile in concerto con un altro chiamato doublesex (dsx). La ricerca ha mostrato che entrambi i geni vengono espressi esclusivamente in un gruppo di solo 20 interneuroni, denominati P1, situati nella regione dorsale posteriore del cervello dei maschi. Le femmine, al contrario, non presentano questo tipo di cellule, in quanto durante lo sviluppo viene attivata la proteina DsxF, che ne comporta la morte per degenerazione.
Sulle pagine della rivista Neuron, viene sottolineato infatti che il comportamento sessuale tipicamente maschile si manifesta anche nelle femmine a cui, in seguito a manipolazione sperimentale, viene inattivata la proteina DsxF e attivata invece la proteina Fru, mascolinizzante, in grado di posizionare i neuroni in modo che il complesso dsx/fru possa agire.
Il comportamento di corteggiamento sembra dunque essere il frutto dell’azione di pochi geni, attivati in modo diverso nei due sessi durante lo sviluppo, su un esiguo gruppo di cellule
Da qui si può accedere ad alcuni video sulla danza di corteggiamento di Drosophila.
Andrea Romano
Riferimenti:
Ken-ichi Kimura, Tomoaki Hachiya, Masayuki Koganezawa, Tatsunori Tazawa, Daisuke Yamamoto. Fruitless and Doublesex Coordinate to Generate Male-Specific Neurons that Can Initiate Courtship; Neuron, Vol 59, 759-769, 11 September 2008
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.