I geni del sesso
Nonostante i funghi non si dividano in individui maschili e femminili, nella stessa specie sono presenti ugualmente differenze di sesso, che consentono ad organismi diversi di accoppiarsi ed incrociare i propri patrimoni genetici. I funghi non possiedono cromosomi sessuali, come i cromosomi X e Y umani, adibiti alla daterminazione del sesso dello zigote, tuttavia presentano sequenze di DNA, denominate “mating-type loci”, […]
Nonostante i funghi non si dividano in individui maschili e femminili, nella stessa specie sono presenti ugualmente differenze di sesso, che consentono ad organismi diversi di accoppiarsi ed incrociare i propri patrimoni genetici. I funghi non possiedono cromosomi sessuali, come i cromosomi X e Y umani, adibiti alla daterminazione del sesso dello zigote, tuttavia presentano sequenze di DNA, denominate “mating-type loci”, che svolgono la medesima funzione.
Uno studio, publicato sulla rivista Nature, ha identificato due versioni di un gene coinvoltio nella differenziazione dei sessi in una specie di fungo estremamente antica, Phycomyces blakesleeanus, che potrebbero dare indicazioni importanti sull’evoluzione dei sessi negli animali superiori, incluso l’uomo. I ricercatori della Duke University Medical Center che hanno condotto l’analisi affermano che questi geni possano essere considerati come una sorta di “fossile molecolare”, tramite il quale si potrebbero ricostruire gli inizi della storia evolutiva che ha portato alla differenziazione dei sessi.
Queste due versioni dello stesso gene, denominate sexM (sex meno) e sexP (sex più), consentono ai possessori delle versioni opposte di accoppiarsi tra loro. Si comportano dunque come dei cromosomi sessuali in miniatura. Entrambe codificano per una proteina, chiamata high mobility group-domain (HMG-domain) e coinvolta nel processo di differenziazione dei sessi, con sequenza molto simile ad una prodotta dal cromosoma Y umano, che induce l’embrione a sviluppare tutte le caratteristiche maschili.
I ricercatori propongono anche un possibile meccanismo tramite il quale sarebbe avvenuta la diferenziazione tra sexM e sexP: si tratterebbe di un’inversione di un tratto di DNA del gene, seguita dall’evoluzione parallela di entrambe le versioni, lo stesso processo ritenuto responsabile dell’origine del cromosoma Y.
Andrea Romano
L’immagine è tratta da Wkimedia Commons.
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.