I girini giganti del Neogene
Documenti fossili rinvenuti a Randecker Maar, in Germania, hanno evidenziato ancora una volta come le dimensioni degli organismi attuali siano profondamente differenti da quelle di organismi vissuti in periodi precedenti e ormai estinti. Sono infatti stati scoperti resti di tre girini giganti, appartenenti al genere Paleobatrachus, risalenti al Neogene, il secondo periodo geologico del Cenozoico. Questi presentano dimensioni inconsuete sia per il […]
Documenti fossili rinvenuti a Randecker Maar, in Germania, hanno evidenziato ancora una volta come le dimensioni degli organismi attuali siano profondamente differenti da quelle di organismi vissuti in periodi precedenti e ormai estinti. Sono infatti stati scoperti resti di tre girini giganti, appartenenti al genere Paleobatrachus, risalenti al Neogene, il secondo periodo geologico del Cenozoico. Questi presentano dimensioni inconsuete sia per il genere che per la famiglia (Pipidae) di anfibi anuri (anfibi senza coda come rane, rospi, raganelle...) a cui appartengono: infatti hanno una lunghezza compresa tra i 100 e i 150 mm contro un massimo di 60 mm riscontrati in tutti gli altri individui, siano estinti o ancora esistenti, dello stesso gruppo tassonomico.
Il fenomeno del gigantismo nei girini può essere causato da fattori patologici o ecologici. Ad esempio, quelli che sono privi di ghiandola tiroidea possono raggiungere dimensioni straordinarie, se raffrontati ai conspecifici, ma presentano un arresto della metamorfosi non appena hanno sviluppato le zampe posteriori. Tuttavia, lo stadio di sviluppo avanzato in cui si trovano gli individui di Paleobatrachus lascia intendere che essi fossero in grado di eseguire una metamorfosi completa e che, quindi, non presentassero patologie tiroidee. La spiegazione di questo fenomeno è stata quindi ricercata tra i fattori ecologici, analizzando gli ambienti in cui vivono gli attuali anfibi che presentano girini di dimensioni ragguardevoli. Questi occupano ampi stagni permanenti nei climi freddi, mentre nelle zone tropicali si sviluppano molto velocemente in piccole pozze temporanee. I ricercatori sono giunti così alla conclusione che i girini giganti ritrovati si siano evoluti in grandi bacini d'acqua permanenti di clima tropicale in cui erano presenti pochi predatori.
L'abstract dell'articolo è disponibile sul sito di Paleobiology.
Andrea Romano
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.