I meravigliosi nuovi giardini del Museo di Storia Naturale di Londra

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Un laboratorio vivente che celebra l’evoluzione della Terra e promuove la biodiversità

A South Kensington, nel cuore pulsante di Londra, i nuovi giardini del Museo di Storia Naturale si presentano come un’opera d’arte vivente che fonde scienza e natura. Questo spazio non è solo un’oasi di verde, ma un laboratorio vivente che racconta la storia evolutiva della Terra e promuove la biodiversità urbana. Attraverso il progetto Urban Nature, il Museo ha creato un ambiente che invita i visitatori a esplorare, apprendere e connettersi con la natura, ma anche a riflettere sulla sostenibilità e sulla conservazione.

Il Museo di Storia Naturale di Londra, fondato nel 1881, ha una lunga tradizione nel raccontare la storia naturale della Terra attraverso collezioni straordinarie e progetti educativi. I suoi giardini, che da sempre hanno offerto uno spazio di relax e apprendimento, sono stati recentemente trasformati per diventare uno degli spazi verdi più innovativi di Londra. Il progetto ha raddoppiato l’area di habitat autoctoni attorno al museo e aumentato del 60% la superficie degli stagni.

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Con l’inaugurazione di nuovi spazi come il “Nature Discovery Garden” e l’“Evolution Garden”, il museo ha dato vita a due gallerie all’aperto, che consentono ai visitatori di esplorare la biodiversità e l’evoluzione della Terra in modo immersivo e coinvolgente.

Un viaggio nel tempo attraverso la Geologia

Appena si arriva nei giardini, ci si trova catapultati indietro nel tempo, iniziando da circa 2,7 miliardi di anni fa con le rocce più antiche del Regno Unito. Attraversando il canyon della Evolution timeline, i visitatori percorrono un cammino che attraversa ere geologiche e periodi storici, segnati da rocce provenienti da tutte le regioni britanniche.

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Ogni metro di questo percorso corrisponde a cinque milioni di anni, permettendo di apprezzare concretamente l’immensità del tempo geologico. Il canyon parte dall’entrata nei giardini che arriva direttamente dalla fermata della metropolitana di South Kensington, permettendo a chi approccia i giardini e il museo da questo ingresso di calarsi immediatamente nel racconto della storia della vita.

Il diplodoco “Fern” e altre meraviglie preistoriche

Passeggiando per il giardino si possono trovare numerosi fossili, calchi e altre rappresentazioni in bronzo di alcuni animali che guidano il visitatore nell’esplorazione della storia della vita sulla Terra.

Una delle protagoniste di questo viaggio è sicuramente il calco in bronzo di un Diplodoco, battezzato dai bambini con il nome di “Fern” (felce). Questo dinosauro è il simbolo di un angolo del giardino dedicato al Giurassico, dove si può ammirare anche un altro esemplare in bronzo, l’Hypsilophodon, un piccolo dinosauro che un tempo viveva nel Regno Unito.

La scelta di posizionare i fossili e calchi di animali in un contesto immersivo, circondato da piante preistoriche come cicadi e felci arboree, permette ai visitatori di fare un tuffo nel passato, quando la Terra era dominata da queste creature straordinarie. La figura di Fern è un invito a riflettere sull’evoluzione della vita.

Grandi protagoniste di questo spazio straordinario sono ovviamente anche le piante preistoriche, e troviamo molte specie simbolo della biodiversità antica. Il pino Wollemi (Wollemia nobilis), una pianta che si pensava estinta fino alla sua (ri)scoperta nel 1994, è uno degli esempi più suggestivi, come lo sono anche Araucaria araucana e Gingko biloba. Il giardino non solo permette di esplorare il passato botanico del nostro pianeta, ma testimonia anche la resilienza della natura, che riesce a preservare in alcune sue specie tracce di epoche lontane.

Un’oasi di biodiversità e sostenibilità

Oltre a essere un viaggio nel passato, i giardini sono anche un rifugio per la fauna selvatica. Stagni ricchi di vita, piante autoctone e rifugi naturali ospitano diverse specie di animali, come tritoni, rospi, e la libellula Chalcolestes viridis, un insetto che recentemente ha trovato casa nel Regno Unito. Gli stagni non solo arricchiscono il giardino dal punto di vista estetico, ma sono anche fondamentali per il monitoraggio e lo studio della biodiversità urbana.

L’intero progetto è stato concepito con un’attenzione particolare alla sostenibilità: le acque piovane vengono raccolte per irrigare le piante, e il sito è stato realizzato con un basso impatto ambientale, dimostrando un forte impegno verso la conservazione ambientale.

Il ruolo educativo e scientifico dei nuovi Giardini
I nuovi giardini sono anche un’importante risorsa educativa. Oltre a essere un luogo di svago ed esplorazione, offrono opportunità uniche per apprendere sull’evoluzione e sulla biodiversità. Il “Nature Activity Centre” è uno spazio progettato per le attività scientifiche e per l’insegnamento della scienza ambientale, diventando un centro di formazione e un punto di riferimento per le scuole e le famiglie che desiderano imparare di più sulla natura che li circonda.

Le installazioni scientifiche, tra cui sensori ambientali e acustici, contribuiscono alla raccolta di dati cruciali per monitorare i cambiamenti nelle specie che popolano l’ambiente urbano.

Un futuro sostenibile

Con l’apertura di questi nuovi spazi, il Museo di Storia Naturale di Londra non solo offre ai visitatori un luogo di bellezza naturale e di apprendimento, ma si impegna anche a sostenere la conservazione della natura attraverso la ricerca scientifica.

I giardini diventano così un “laboratorio vivente”, dove la scienza e la natura si incontrano per affrontare le sfide della sostenibilità e della conservazione in un mondo sempre più urbanizzato.

I nuovi giardini del Museo di Storia Naturale di Londra sono un invito a esplorare la Terra in tutta la sua magnificenza, dalla preistoria alla biodiversità urbana. Con progetti che uniscono scienza, educazione e sostenibilità, rappresentano un’opportunità unica per tutti di connettersi con la natura e riflettere sull’importanza di proteggerla. Questi giardini confermano come il Museo, con il suo impegno per la ricerca e la conservazione, continua a essere un faro di conoscenza e di speranza per il futuro del nostro pianeta.

Foto: di Chiara Ceci