“I primi custodi della memoria. Le sepolture nel Paleolitico”. Mostra all’Università di Torino fino al 14 marzo 2025

I primi custodi della memoria torino

È aperta a Torino (Sala Principe d’Acaja, Rettorato dell’Università) la mostra “I primi custodi della memoria”

Anche se alcune pratiche funerarie (accumulo di cadaveri, cannibalismo forse rituale) sono documentate in epoche più antiche, è solo con il Paleolitico medio che compaiono le sepolture intenzionali. Le più antiche sono state scoperte in Medio Oriente e risalgono a circa centomila anni fa. Sono attribuibili all’Uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis) e a rappresentanti antichi della specie Homo sapiens (Homo sapiens del Musteriano).

Le pratiche funerarie ci offrono un’opportunità per indagare gli elementi più profondi del pensiero degli esseri umani del Paleolitico a far tempo da circa centomila anni fa, in epoca che precede la comparsa delle manifestazioni artistiche. I riti della morte infatti non corrispondono a necessità materiali ma a preoccupazioni di natura differente, che riguardano il destino di un individuo – o del suo cadavere – dopo la morte. Essi rappresentano una tappa importante della storia sociale dell’umanità e possono arricchire la nostra conoscenza del gruppo umano cui apparteneva il defunto.

La mostra “I primi custodi della memoria. Le sepolture nel Paleolitico”, a cura di Giacomo Giacobini, Cristina Cilli e Giancarla Malerba e visitabile a Torino presso il rettorato dell’Università, presenta calchi di sepolture preistoriche che riproducono la situazione venuta alla luce durante lo scavo: un calco realizzato al momento della scoperta non è una semplice copia perché riproduce un contesto di rinvenimento che non esiste più, in quanto scomposto dal procedere dello scavo.

Sono esposti calchi delle seguenti sepolture: per i Neanderthal, La Chapelle-aux-Saints, Kebara; per Homo sapiens del Musteriano, Qafzeh 9+10 e Qafzeh 11; per Homo sapiens del Gravettiano, Dama del Caviglione, Grotta dei Fanciulli 4 e Giovane Principe della Caverna delle Arene Candide; per Homo sapiens dell’Epigravettiano, Ripari Villabruna, Riparo del Romito 1+2, Riparo Tagliente 1.

Inoltre, sono esposti calchi di opere d’arte associate ad alcune sepolture (incisione del cavallo della Barma del Caviglione, incisione del toro del Riparo del Romito, incisione del leone di Riparo Tagliente), oltre a opere d’arte del Riparo Tagliente scoperte in contesto non sepolcrale (incisioni su ciottolo di stambecco, di bisonte, di testa di felino e di probabile alce; riproduzione a tutto tondo di lepre o coniglio).

Informazioni

Sede: Sala Principe d’Acaja, Rettorato dell’Università di Torino via Po 17 / via Verdi 8, Torino

Apertura al pubblico: 16 gennaio – 14 marzo 2025

Orari: lunedì-sabato, 10-18

Ingresso gratuito