I primi ippopotami

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Un fossile africano racconta delle prime fasi evolutive degli ippopotami: dimostrata la stretta parentela coi cetacei

L’origine degli ippopotami (Famiglia Hippopotamidae), unici esponenti (con due specie, Choeropsis liberiensis e Hippopotamus amphibius) della famiglia degli ippopotamidi, ha da sempre suscitato ampio dibattito tra i biologi evoluzionisti. Per alcune loro caratteristiche morfologiche, questi mammiferi semi-acquatici erano infatti stati accomunati alla famiglia dei suidi, e quindi strettamente imparentati con l’ordine degli artiodattili, il gruppo di mammiferi che comprende la maggior parte degli ungulati (tra cui mucche, antilopi, giraffe, ecc…). Questa idea era stata in parte confermata dai ritrovamenti fossili, ma conl’avvento delle tecniche di comparazione del DNA la situazione è cambiata: studi molecolari hanno infatti collocato gli ippopotami come stretti parenti dei cetacei, ma le testimonianze fossili a suffraggio di questa ipotesi erano assenti. Almeno fino ad oggi: viene infatti descritto in questi giorni un fossile di uno stretto parente degli ippopotami che ne testimonia la loro parentela con delfini e balele, e aiuta a ricostruire le prime fasi del popolamento del continente africano da parte di questi animali.

La nuova specie è stata denominata Epirigenys lokonensis, dalla parola “Epiri” che nella lingua Turkana significa proprio ippopotamo e da Lokone, il luogo del ritrovamento in Kenya, e consta della metà di una mandibola dotata di diversi denti, datati intorno a 28 milioni di anni or sono. Dall’analisi di questi reperti è stato possibile determinare la posizione filogenetica della specie, che presenta caratteristiche intermedie tra quelle del più antico ippopotamo noto, risalente a circa 20 milioni di anni fa, e quelle tipiche degli antracoteri, antichi mammiferi oggi estinti (i cui resti fossili sono rintracciabili fino ad oltre 40 milioni di anni fa). E’ pertanto probabile che la linea evolutiva che ha dato origine agli ippopotami si sia distaccata da un progenitore antracotere.

Data la posizione filogenetica degli antracoteri tra i mammiferi (più imparentati coi primi cetacei che con gli artiodattili, come si vede da questo cladogramma), questo nuovo scenario evolutivo, pubblicato sulla rivista Nature Communications, riconcilierebbe i dati molecolari con le informazioni paleontologiche, confermando la stretta parentela tra cetacei e ippopotamidi (quantomeno tra i mammiferi ad oggi esistenti).

Il ritrovamento porta con sé un’ulteriore sorpresa, che riguarda il popolamento dell’Africa da parte dei grandi mammiferi. La maggior parte dell’iconica fauna africana, tra cui grandi felini, elefanti e tutti gli ungulati, sarebbe approdata nel continente non prima di 20 milioni di anni fa, in quanto l’Africa è rimasta isolata tra circa 100 e 18 milioni di anni fa. Fino ad oggi, si riteneva che lo stesso fosse avvenuto per gli ippopotami, ma la scoperta di Epirigenys dimostra che i loro antenati antracoteri sono hanno messo piede in terra africana ben prima, probabilmente intorno a 35 milioni di anni fa.


Riferimenti:
Fabrice Lihoreau, Jean-Renaud Boisserie, Fredrick Kyalo Manthi, Stéphane Ducrocq. Hippos stem from the longest sequence of terrestrial cetartiodactyl evolution in Africa. Nature Communications, 2015; 6: 6264 DOI: 10.1038/ncomms7264

Immagine: di Andrea Romano