I primi, misteriosi, abitanti dell’isola di Sulawesi
Il ritrovamento di artefatti in pietra risalenti a più di centomila anni fa anticipa considerevolmente la data del primo passaggio di ominidi sull’isola e pone nuove domande su quali specie abitassero la zona
È dal 2004 che l’area di Wallacea, ovvero quel gruppo di isole che segnano il confine biogeografico tra il continente asiatico (Sunda) e quello oceanico (Sahul), ha conquistato l’attenzione del grande pubblico. L’area, di notevole interesse nello studio delle biodiversità e della diffusione delle specie tra Asia e Oceania, è stata teatro del ritrovamento di resti ominidi più controverso e discusso degli ultimi tempi: il piccolo cranio dell’Homo floresiensis, ritrovato nell’isola di Flores.
Ad oggi, ormai sedici anni dopo la scoperta di questo reperto, il dibattito sulla natura e sulla classificazione di questo ominide è ancora aperto (Pikaia ha seguito le tappe di questa controversia, ad esempio qui, qui, qui e qui). Le ricerche e gli scavi a Flores e nelle isole limitrofe si sono quindi via via intensificati, nell’ottica di trovare ulteriori indizi che portino chiarezza in questa disputa e, allo stesso tempo, in modo da comprendere meglio i cammini intrapresi dai nostri più o meno lontani parenti durante le loro migrazioni. Al di là della natura dell’uomo di Flores, ai ricercatori interessa scoprire anche come e quando (Pikaia ne ha parlato qui) le diverse specie di ominidi abbiano raggiunto quell’area.
Spesso, tuttavia, cercando risposte si trovano soprattutto altre domande. È quello che è successo ad un gruppo di antropologi e paleontologi australiani, che ha intrapreso una serie di scavi nell’isola di Sulawesi, 300 chilometri più a nord dell’isola di Flores. Sulawesi è l’isola più grande dell’area di Wallacea e occupa una posizione geografica potenzialmente strategica nelle possibili rotte che i nostri antenati hanno percorso per raggiungere l’Australia: si trova infatti a poca distanza dal Borneo e “a monte” delle forti correnti oceaniche dirette a sud, verso Flores e, più avanti, l’Australia ed è sede, tra l’altro, di quelle che potrebbero essere le più antiche pitture rupestri della storia (Pikaia ne ha parlato qui). Gli scavi sono stati quindi condotti nell’ipotesi di poter trovare, su questa grande isola, reperti riconducibili all’Homo floresiensis, o comunque al passaggio di quelle specie di Homo antecedenti a sapiens che hanno occupato la zona prima del suo arrivo.
Nel corso di uno scavo nell’area occidentale dell’isola, il gruppo dei ricercatori dell’università di Wollongong ha rinvenuto degli artefatti in pietra (schegge, punte e percussori) di indiscutibile fattura umana. La presenza di alcuni fossili parziali di animali (in particolare denti di Celebochoerus, un antico suino endemico) nello strato in cui sono stati trovati questi strumenti, ha permesso una datazione dei reperti più precisa di quella che si poteva ottenere dalla sola analisi geologica. Si è così determinato che questi frammenti di pietra hanno tra i 118 e i 194 mila anni, e risalgono quindi ad un periodo di almeno 70 mila anni precedente al più antico passaggio umano finora registrato sull’isola. Risale infatti a circa 50 mila anni fa il transito di H. sapiens su Sulawesi, che, finora, sembrava essere rimasta disabitata fino al suo arrivo.
Ovviamente, se da un lato questa scoperta conferma che uno dei componenti del cespuglio evolutivo dell’uomo ha raggiunto e abitato queste zone ben prima dell’arrivo dei nostri diretti antenati, dall’altro accende un’inevitabile e al momento irrisolvibile questione: di che specie si trattava? Erano degli stretti parenti dell’uomo di Flores? O si trattava di Denisoviani, il cui DNA ha molti tratti in comune con quello di alcune popolazioni della zona (degli ultimi ritrovamenti sui Denisoviani e sulla loro lunga permanenza in Asia, Pikaia ne ha appena parlato qui)? Oppure questi oggetti sono opera di Homo erectus, la cui presenza nel Sudest asiatico è documentata da vari ritrovamenti risalenti a circa 150 mila anni fa?
La risposta potrà arrivare solo da ritrovamenti e da altri scavi, ma – speculano gli autori della ricerca – è possibile che, qualunque fosse la specie autrice di questi strumenti, provenisse da nord-ovest, seguendo le correnti. Questo potrebbe significare che le Filippine a nord, o il vicino Borneo ad ovest, nascondono le tracce della tappa precedente del lungo cammino che questi misteriosi ominidi hanno intrapreso.
Riferimenti:
Van den Bergh et al. Earliest hominin occupation of Sulawesi, Indonesia. Nature, 2016: 529 (208) DOI:10.1038/nature16448
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