I serpenti non uccidono per soffocamento
La morte delle loro prede sopraggiungerebbe per arresto cardiaco
I serpenti costrittori, ovvero quelli che non uccidono le proprie prede mediante morsi velenosi, sono noti per la loro estrema abilità nell’immobilizzare e avvinghiare le prede nelle proprie possenti spire. La morte della preda solitamente sopraggiunge nell’arco di pochi minuti per soffocamento. Almeno questo è quanto si è sempre ritenuto fino ad oggi. Uno studio su Journal of Experimental Biology ha infatti dimostrato che il meccanismo di uccisione delle proprie vittime da parte dei serpenti non è il soffocamento, bensì l’arresto cardiaco.
Mediante il posizionamento di diversi elettrodi sul corpo di topi anestetizzati, un gruppo di biologi del Dickinson College di Carlisle, USA, ha monitorato le loro funzioni cardiovascolari prima, durante e dopo l’essere stati avvinghiati da un boa (Boa costrictor) in modo tale da valutare gli effetti della costrizione sulle funzioni circolatorie. I risultati mostrano che la pressione arteriosa periferica delle prede, misurata sull’arteria femorale, si riduce a circa la metà di quella normale entro soli 6 secondi dal contatto con il predatore, mentre nello stesso tempo quella venosa centrale sale improvvisamente ad un livello pari a sei volte quello basale. Il risultato di questa alterazione della circolazione è una bradicardia che sopraggiunge entro un minuto dall’inizio della costrizione e porta a considerevoli disfunzioni elettriche cardiache.
Sarebbero quindi questi scopensi cardiaci e il blocco della circolazione, e non, come si riteneva, la riduzione dell’aria disponibile, a causare la morte delle prede. Inoltre, lo studio mostra come la costrizione causi un ingente incremento dei livelli di potassio nel sangue, un effetto che, da solo, potrebbe provocare il cessamento della circolazione sanguigna nei topi. Sebbene tali enormi concentrazioni di potassio probabilmente non raggiungano l’intero corpo poiché la morte sopraggiunge prima, è possibile che questo sia una sorta di piano-b per i serpenti qualora le prede riuscissero a divincolarsi. In questo caso, il sangue tornerebbe a circolare portando con sé il suo contenuto tossico di potassio, che causerebbe la morte in tempi rapidissimi.
Riferimenti:
Scott M. Boback, Katelyn J. McCann, Kevin A. Wood, Patrick M. McNeal, Emmett L. Blankenship, Charles F. Zwemer. Snake constriction rapidly induces circulatory arrest in rats. J Exp Biol 218, 2279-2288.
Image: By Christian Mehlführer, User:Chmehl (Own work) [CC BY 2.5 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.5)], via Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.