I traditori saranno puniti!
Le piante di fico (Genere Ficus) e alcune specie di vespe sono da sempre considerate un classico esempio di mutualismo in cui entrambi gli organismi beneficiano dell’interazione: gli insetti impollinano le piante che, a loro volta, forniscono alle larve delle vespe un ambiente chiuso e ricco di cibo per poter completare lo sviluppo e crescere. Nella maggior parte dei casi, […]
Le piante di fico (Genere Ficus) e alcune specie di vespe sono da sempre considerate un classico esempio di mutualismo in cui entrambi gli organismi beneficiano dell’interazione: gli insetti impollinano le piante che, a loro volta, forniscono alle larve delle vespe un ambiente chiuso e ricco di cibo per poter completare lo sviluppo e crescere. Nella maggior parte dei casi, queste interazioni mutualistiche sono specie-specifiche (una specie di fico viene impollinata da una sola specie di vespa) e obbligate (nessuna delle due specie potrebbe riprodursi in assenza dell’altra).
Questa storia d’amore tra pianta e impollinatore viene, a volte, tradita da parte di alcune vespe ingannatrici, che approfittato della pianta per deporre le uova senza però sobbarcarsi l’onere di impollinarne i fiori. In che modo reagiscono le piante a questo tradimento? La risposta ci viene da un recente articolo pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences. In risposta alla mancata impollinazione da parte delle vespe, i fichi rispondono in maniera punitiva, facendo cadere dall’albero i frutti in fase precoce, riducendo notevolmente le possibilità che lo sviluppo delle larve di insetto avvenga con successo. Le piante si comportano, quindi, come delle castigatrici nei confronti delle vespe ingannatrici.
Ma c’è di più: lo studio si è infatti concentrato su sei casi diversi di mutualismo fico-vespa, segnalando numerose differenze in relazione al comportamento dell’impollinatore. Le vespe dei fichi, infatti, possono essere classificati in due categorie: le impollinatrici passive, che trasportano il polline da fiore e fiore quando questo si attacca al loro corpo, e quelle attive, che incamerano il polline in specifiche tasche. La ricerca mette in evidenza come la presenza di indvidui non impollinatori sia significativmente superiore nelle specie ad impollinazione attiva e, di conseguenza, anche le punizioni da parte dei fichi nei confronti delle vespe è maggiore in queste situazioni: insomma, gli individui che non forniscono un adeguato servizio (e che quindi non si impegnano attivamente ad impollinare) alla pianta ospite vengono puniti. E’ evidente che, considerati gli elevati costi in termini di successo riproduttivo che devono pagare le vespe ingannatrici, i tratti degli individui non-impollinatori non possono diffondersi ad alte percentuali nella popolazione, in quanto risulterebbero svantaggiati dall’azione della selezione naturale. Pertanto, questo tratto sarà sempre presente nella popolazione a frequenze molto basse.
Solamente applicando una sanzione nei confronti degli insetti ingannatori, concludono i ricercatori, le piante sono in grado di mantenere la cooperazione tra le due specie e portare avanti l’interazione mutualistica. La corsa alle armi avviene, come si è visto, anche tra “amici” e non solo tra prede e predatori e tra ospiti e parassiti.
Andrea Romano
Rifeirmenti:
K. Charlotte Jandérand Edward Allen Herre, Host sanctions and pollinator cheating in the fig tree–fig wasp mutualism, Proc. R. Soc. B published online before print January 13, 2010, doi:10.1098/rspb.2009.2157
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.