I viaggi favoriscono l’uso di strumenti negli scimpanzé
Una ricerca ha evidenziato come la lunghezza degli spostamenti in una comunità di primati sia correlata alla frequenza e all’abilità dell’impiego di utensili per procacciarsi il nutrimento
A quanto pare, viaggiare apre la mente non solo agli umani. Si è a lungo discusso su quali siano i fattori determinanti affinché primati diversi dall’uomo sviluppino l’abilità di usare strumenti per procurarsi il cibo. Per chiarire questi aspetti, un gruppo di ricerca dell’Università svizzera di Neuchâtel, guidato dal professor Thibaud Gruber, ha studiato, per un arco di tempo di quasi sette anni, il comportamento di una comunità di scimpanzé occidentali (Pan troglodytes schweinfurthii) della comunità di Sonso, nella foresta ugandese di Budongo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista eLife.
Per gli scimpanzé di questo gruppo, l’uso di strumenti osservato in precedenza si era limitato alla creazione di spugne formate da muschi o da foglie ripiegate e masticate per raccogliere acqua (Pikaia ne ha parlato qui). Ciò li ha resi particolarmente adatti per osservare l’emergenza di nuovi comportamenti legati all’uso di utensili, tramite quella che viene definita “trappola al miele”. In questo esperimento, si pratica un foro in un ceppo di legno e lo si riempie parzialmente di miele. Le dimensioni e la profondità del foro sono tali da impedire che il miele possa essere raggiunto con le sole dita.
La foresta di Budongo è sempre stata un ambiente molto ricco di frutta, e questo può spiegare come mai in passato per gli scimpanzé non si sia manifestata l’esigenza di usare strumenti per procacciarsi il nutrimento. Tuttavia, negli ultimi decenni, il cibo a disposizione si è ridotto a causa degli interventi antropici, e questo ha reso i primati più adattabili e più attenti alle opportunità offerte dal loro habitat, oltre ad averli costretti a compiere spostamenti per trovare cibo a sufficienza.
Dei 52 scimpanzé che hanno preso parte dall’esperimento, 11 sono riusciti ad estrarre il miele dal foro. Nove di essi hanno usato una foglia ripiegata, adattando dunque un comportamento preesistente, mentre due di loro hanno usato un bastoncino. Il team ha analizzato questi comportamenti a fronte di un insieme di variabili, e ha concluso che i fattori principali che influenzano l’emergenza dell’uso di strumenti sono la quantità di cibo a disposizione (in questo caso, frutta) ma soprattutto la distanza media percorsa giornalmente dagli scimpanzé.
Nella fattispecie, mentre nei periodi di scarsità di cibo gli scimpanzé mostravano il maggior impegno nel cercare di estrarre il miele, l’uso di strumenti era influenzato in modo significativo solo dai viaggi effettuati nel periodo immediatamente precedente. Infatti, i scimpanzé che hanno usato strumenti sono quelli che tendevano a viaggiare più lontano ogni giorno. Questo comportamento si spiega con la necessità di compensare per i costi energetici del viaggio con un cibo ad alto contenuto energetico, come appunto il miele, che spinge gli scimpanzé a ingegnarsi per sfruttare l’opportunità offerta dalle trappole.
Il gruppo di ricerca ha esaminato la letteratura sui primati in cerca di correlazioni simili per altre specie. È stato trovato che i bonobo, i quali percorrono giornalmente lunghezze simili a quelle degli scimpanzé di Sonso, usano un insieme di strumenti analogo, mentre orangutan e gorilla, che investono poche energie negli spostamenti, ne fanno un uso molto più limitato quando non assente.
Le considerazioni viste finora sembrano dunque suggerire che la stazione eretta, il nomadismo e l’uso di utensili siano fenomeni strettamente correlati nel comportamento dei primati, e che pertanto i grandi viaggi effettuati dai nostri antenati abbiano avuto un ruolo determinante nello sviluppo della nostra abilità nell’impiego di strumenti.
Riferimenti:
Thibaud Gruber, Klaus Zuberbühler, Christof Neumann. Travel fosters tool use in wild chimpanzees. eLife, 2016; 5 DOI: 10.7554/eLife.16371
Immagine di Delphine Bruyere, licenza CC BY-SA 3.0