Il belato del panda: segnali onesti tra le canne di bambù
Una ricerca recente ha analizzato le informazioni codificate nei ‘belati’ del panda gigante maschio durante la stagione riproduttiva. I risultati hanno rivelato una comunicazione assai fine, capace di fornire informazioni sullo stato del maschio e facilitare il coordinamento dell’accoppiamento.
Negli ultimi anni gli studi sul comportamento vocale animale si sono moltiplicati grazie allo sviluppo di migliori apparecchiature di registrazione e software avanzati per l’analisi acustica. Le ultime ricerche hanno così potuto mostrare come le vocalizzazioni possono veicolare informazioni sul soggetto che le emette, quali identità, dimensioni, sesso, età, ruolo sociale, e perfino le emozioni che sta vivendo.
Nel caso del panda gigante (Ailuropoda melanoleuca), specie solitaria della Cina centro-meridionale, una comunicazione vocale efficiente può rivelarsi decisiva per la riproduzione. Infatti, è grazie ai segnali vocali che il panda riesce a localizzare potenziali partner nella densa foresta di bambù. Mentre il corteggiamento a distanza è mediato soprattutto dai segnali olfattivi, i segnali acustici assumono un’importante funzione quando due individui sono a portata (acustica) uno dell’altro.
Nel repertorio vocale del panda, il cosiddetto ‘belato’ vanta una funzione interessante: facilita il contatto tra gli individui agendo come segnale pacifico e rassicurante. Ma i maschi lo emettono spesso durante la stagione riproduttiva quando interagiscono con le femmine, lasciando aperta l’ipotesi che il belato sia usato anche per sincronizzare la riproduzione quando i partner sono già a distanza ravvicinata.
Uno studio condotto dalle università di Dublino, San Diego e Sichuan (Cina) e pubblicato su The Journal of the Acoustical Society of America, ha cercato di mettere luce su questa funzione. I ricercatori hanno studiato il comportamento di 16 maschi di panda in cattività, chiedendosi se il belato cambiasse tra il caso in cui il maschio vocalizza insieme alla femmina a distanza ravvicinata e il caso in cui è solo. L’obiettivo era anche determinare se il ciclo estrale della femmina influisse sul belato del potenziale partner.
I risultati di Charlton e colleghi hanno dimostrato che effettivamente alcuni parametri acustici e la durata del belato del maschio cambiano secondo la fase estrale della femmina, con scarse differenze tra il contesto ‘solitario’ e quello di scambio vocale con una femmina in periodo non fertile. Il ‘pacifico’ belato potrebbe in realtà fornire informazioni non troppo innocenti, ma biologicamente oneste, sul livello di eccitazione del maschio. Ciò suggerisce quindi che i panda possano utilizzare i segnali vocali per comunicare la propria motivazione ad accoppiarsi.
Non è tutto. Le caratteristiche modulazioni della frequenza fondamentale dei belati, in quanto indicatori del livello di androgeni, sembrano utilizzate, in solitario, per informare sulla propria qualità ed attirare l’attenzione di partner probabili allo scopo di un successivo contatto. Questo consentirebbe alle femmine di familiarizzare a distanza con maschi di qualità, compiendo passi nella scelta del partner. Infine, nonostante nell’immaginario collettivo il panda sia raffigurato come animale pacifico, il maschio di questa specie può essere molto aggressivo verso le femmine non ricettive alle avances: grazie alle informazioni codificate nella vocalizzazione, le femmine non ricettive potrebbero quindi evitare incontri con maschi aggressivi.
Dalla fondazione del WWF (1961) il panda gigante è simbolo di conservazione. In futuro, si auspica che lo studio dei belati possa essere utilizzato nella gestione conservativa della specie per favorire l’accoppiamento naturale tra femmine ricettive e maschi sessualmente motivati.
Riferimenti:
Benjamin D. Charlton, Jennifer L. Keating, Li Rengui, Yan Huang & Ronald R. Swaisgood. 2015. The acoustic structure of male giant panda bleats varies according to intersexual context. J. Acoust. Soc. Am. 138 (3), 1305 (2015); doi: 10.1121/1.4928606.
By Manyman (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons