Il canto degli uccelli: un immenso mondo da esplorare

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I canti degli uccelli: un susseguirsi di note e timbri differenti nell’aria. La dottoressa Evangeline M. Rose, con il suo team di ricerca, ha analizzato le conoscenze ottenute finora sulla comunicazione tra questi animali, osservandone i limiti e le future potenzialità.

Quando arriva la primavera spalanchiamo le finestre e ci sembra di essere in un film della Disney: canti di uccelli invadono l’aria, cosa si staranno dicendo? Molti studiosi sono stati attratti dalle melodie prodotte da questi animali, ma la loro concentrazione si è focalizzata principalmente sui canti degli esemplari di sesso maschile, che sfruttano l’emissione sonora ai fini del corteggiamento. Le prime osservazioni sono state fatte in Europa e Nordamerica, habitat di uccelli che emettono suoni forti ed elaborati, facilmente rilevabili. La ricercatrice americana Evangeline M. Rose, con suoi colleghi, ha raccolto le conoscenze ottenute finora, pubblicandole su Biological Reviews.

Lo sfumato confine tra canti e richiami

Il confine tra richiami e canti è difficile da delineare. Uno dei primi studi volti a definire i canti degli uccelli risale al 1773, in cui il naturalista Daines Barrington si è posto come obiettivo quello di chiarire cosa caratterizzi i canti degli uccelli. Per lo studioso è la successione di tre o più note differenti, senza interruzione durante lo stesso intervallo, con una battuta musicale composta da quarti in movimento adagio, o, più concretamente, mentre un pendolo oscilla per quattro secondi. Lo studioso riconosce alcune sfumature tra il canto degli uccelli e le altre vocalizzazioni chiamate richiami e definisce questi ultimi come suoni che un uccello può fare intorno a un mese e mantenuti per tutta la vita, sia dagli esemplari di sesso maschile che femminile. Negli anni successivi poi, ci sono stati diversi tentativi di inquadrare i vari linguaggi utilizzati dagli uccelli, ma spesso le descrizioni sono vaghe e contraddittorie. In generale i canti sono riconoscibili per la loro lunghezza, complessità e aspetto “quasi ritmico” e queste caratteristiche valgono sia per i maschi che per le femmine. Nel 2021, i ricercatori guidati da Austin V. D. hanno fornito una nuova definizione secondo cui i canti sono identificabili come vocalizzazioni risultate dalla selezione inter- e intrasessuale e comprendono solo le vocalizzazioni che sono controllate dalle due vie cerebrali strettamente collegate: la via motoria, che controlla la produzione di suoni e la via del prosencefalo, coinvolta nell’apprendimento.

I limiti delle ricerche svolte fino ad oggi

L’aspetto predominate osservato è l’utilizzo del canto da parte degli esemplari di sesso maschile, sia per attirare le femmine che con fini territoriali. Nel 2014 però Odom et al. hanno riscontrato tramite registrazione il canto femminile nel 70% delle famiglie di passeriformi. Studi successivi hanno iniziato a integrare anche le vocalizzazioni delle femmine ed è risultato che i canti sono simili in struttura acustica e complessità a quelli degli esemplari maschi e, durante la stagione primaverile, emettono suoni per attirare partner o difendere il territorio.

Alcuni canti risultano invece più semplici e con strutture differenti rispetto a quelle della controparte maschile ed è stato osservato anche l’utilizzo di suoni non a scopo riproduttivo, sono necessari altri studi per poter avere una maggiore comprensione dei suoni emessi dalle femmine. Concentrandosi principalmente sui canti finalizzati all’accoppiamento, durante la stagione degli amori, si ha una carenza di dati sulle emissioni sonore degli uccelli nelle altre stagioni, soprattutto durante il periodo invernale. A livello evolutivo la selezione sociale può aver influito sull’evoluzione dei canti degli uccelli, in quanto lo sviluppo di organizzazioni sociali complesse ha portato anche a un adattamento del linguaggio e questo potrebbe essere particolarmente utile per capire i canti femminili, meno focalizzati sulla riproduzione. Per quanto riguarda i canti funzionali all’accoppiamento, in generale il periodo è stabilito da segnali ambientali, quali per esempio l’abbondanza di cibo e la luminosità che vengono interpretati a livello del sistema neuroendocrino. Per le specie che abitano in regioni dal clima temperato, la luminosità è un buon modo per predire la futura abbondanza di cibo e quindi un periodo favorevole. Questi animali sono influenzati dall’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi (hypothalamic-pituitary-gonadal axis – HPG), che risponde alla lunghezza delle giornate, regolando di conseguenza il periodo di accoppiamento. Gli animali che vivono in habitat tropicali invece, risultano sempre pronti e la limitazione a questi comportamenti è data dalla disponibilità energetica.

Anche gli uccelli possono imparare nuove

canzoni Con l’aumento delle conoscenze e della comprensione dei meccanismi a livello cerebrale si è potuta osservare la capacità di imparare vocalizzazioni e suoni ed è stata riscontrata una differenza enorme delle modalità di apprendimento tra le diverse specie. La regione cerebrale coinvolta nell’apprendimento sonoro è risultata comunque la stessa legata alla produzione di suoni e richiami. Le prime evidenze di apprendimento vocale sono state ottenute attraverso un’analisi dei suoni che permetteva di visualizzare e comparare le vocalizzazioni emesse da vari individui, durante le diverse fasi della vita. È curioso come esistano specie dove i richiami siano parzialmente o completamene imparati, inoltre c’è un continuo aumento di studi e analisi che evidenziano l’incredibile flessibilità acustica dei richiami tra specie differenti, sia per esemplari di sesso maschile che femminile. In generale sono stati descritte 8 variabili che influiscono sulle modalità di apprendimento: il periodo della vita dell’animale, l’ampiezza del repertorio, la misura relativa dell’imitazione rispetto all’improvvisazione, il ruolo dell’esposizione precoce, i potenziali modelli, il grado di differenza tra i sessi, il tipo di risposta sociale e il contesto sociale. Gli uccelli sono diventati il modello neurobiologico dominante dell’apprendimento vocale, e allo stesso modo quest’ultimo è diventato parte integrante della definizione di canto. In conclusione, le vocalizzazioni degli uccelli costituiscono un universo ancora da esplorare a fondo, per poterne osservare, conoscere e comprendere tutte le sfumature.

Riferimenti:

“The singing question: re-conceptualizing birdsong”, Evangeline M. Rose et al., proceedings of Biological Reviews (2022), 97, pp. 326-341 Doi: 10.1111/brv.12800

Immagine:Robin singing, Nigel Hoult, CC BY 2.0, via Flickr