Il dinosauro arcobaleno che voleva essere un colibrì
Gli scienziati hanno descritto una nuova specie di dinosauro piumato vissuto in Cina circa 160 milioni di anni fa. Tale specie, chiamata Caihong juji, aveva le dimensioni di un pollo, piume asimmetriche e iridescenti simili al colibrì e un cranio simile ad un Velociraptor: un mix tra caratteristiche ancestrali e moderne
Sulla base di alcuni resti fossili rinvenuti nel 2014 nella regione di Hebei, nella Cina nordorientale, e oggi conservati presso il Museo Paleontologico di Liaoning, un team di ricercatori cinesi e canadesi, guidati dal paleontologo Dongyu Hu della Sheniang Normal University in Cina ha descritto una nuova specie di dinosauro piumato, con caratteristiche decisamente peculiari. La nuova specie, chiamata Caihong juji (che in mandarino significa “arcobaleno dalla grande cresta”), è stata descritta su Nature Communication e rappresenta il più antico dinosauro piumato ad oggi noto.
L’idea comune legata al concetto di “dinosauro” si è negli ultimi decenni molto modificata, grazie anche alla scoperta di numerosi dinosauri piumati (Pikaia ne ha parlato qui, qui, e qui) che hanno acceso il dibattito tra i biologi riguardo l’evoluzione degli uccelli da questo gruppo di teropodi. Caihong juji sembra pertanto essere solamente l’ultima specie ad essere stata descritta, in termini temporali, all’interno di questo gruppo, probabilmente destinato ad ampliarsi ancora.
C. juji, un animale delle dimensioni paragonabili a quelle di un pollo (500g circa di peso), visse durante il Giurassico (200-150 mln di anni fa) e aveva un cranio stretto e allungato (simile a quello di un Velociraptor), con una cresta ossea sulla fronte. Ma i fossili in questione, rinvenuti nel 2014 da un contadino, mostravano uno stato di conservazione talmente sorprendente da permettere agli scienziati di analizzare non soltanto le ossa e le parti dure, come in un fossile “ordinario”, ma anche le piume, che circondavano il collo dell’animale e che ricoprivano ali e coda.
Grazie a potenti microscopi, stati analizzati anche i melanosomi, ovvero gli organelli cellulari responsabili della pigmentazione delle cellule. I pigmenti non erano più presenti, ma a seconda della propria forma, i melanosomi riflettono la luce in maniera differente e restituiscono pertanto differenti colorazioni. Confrontando la struttura dei melanosomi del dinosauro con quella degli uccelli attuali, i ricercatori sono stati in grado di determinare le tonalità cromatiche delle piume di C. juji, che dovevano apparire iridescenti ed avere colorazioni molto simili a quelle di un colibrì.
L’iridescenza delle piume accomuna C. juji ad un altro dinosauro piumato, Microraptor, che però aveva l’intero corpo ricoperto di piume blu/nere simili a quelle di un corvo; Microraptor inoltre visse circa 40 milioni di anni dopo, il che rende C. juji il più antico dinosauro piumato ad oggi conosciuto, oltre che il primo ad avere le piume asimmetriche, come quelle che i moderni uccelli utilizzano per manovrare durante il volo. In Caihong, però, le piume asimmetriche erano sulla coda, e non sulle ali. Le piume asimmetriche accomunano Caihong anche con Archaeopteryx, che fino a poco tempo fa era considerato il più antico uccello (Pikaia ne ha parlato qui).
Probabilmente Caihong juji non volava, e in tal caso le piume asimmetriche avrebbero potuto servire all’animale per mantenersi al caldo e per attrarre le partner, ma queste rimangono solo supposizioni. Ciò che è indubbio, è che Caihong juji si presenta come una combinazione di tratti ancestrali (la forma e la cresta ossea del cranio) e moderni (le piume iridescenti e asimmetriche) e costituisce una prova (non più) vivente dell’evoluzione a mosaico, ovvero un quadro evolutivo in cui le caratteristiche fenotipiche di un gruppo animale specie si originano a differenti velocità, rispondendo a pressioni selettive differenti. E se da un lato tali caratteristiche possono aiutarci a ricostruire un quadro più preciso riguardo la transizione tra teropodi e uccelli, dall’altro, l’evoluzione convergente e l’omoplasia, ovvero l’evoluzione di un carattere comune non ereditato da un antenato comune, continueranno, forse, a confondere le idee.
Riferimento:
Dongyu Hu, Julia A. Clarke, Chad M. Eliason, Rui Qiu, Quanguo Li, Matthew D. Shawkey, Cuilin Zhao, Liliana D’Alba, Jinkai Jiang, Xing Xu. A bony-crested Jurassic dinosaur with evidence of iridescent plumage highlights complexity in early paravian evolution. Nature Communications, 2018; 9 (1) DOI: 10.1038/s41467-017-02515-y
Credit image: Velizar Simeonovski