Il dolce ricordo di un passato da bruco
Le farfalle e le falene sono Lepidotteri la cui collocazione in due gruppi sistematici diversi è controversa. Di certo quello che varia è il periodo di attività, essendo le farfalle prevalentemente diurne mentre le falene notturne; si distinguono inoltre per la forma delle antenne, poiché quelle delle seconde sono generalmente ramificate mentre le antenne delle prime si presentano prive di […]
Le farfalle e le falene sono Lepidotteri la cui collocazione in due gruppi sistematici diversi è controversa. Di certo quello che varia è il periodo di attività, essendo le farfalle prevalentemente diurne mentre le falene notturne; si distinguono inoltre per la forma delle antenne, poiché quelle delle seconde sono generalmente ramificate mentre le antenne delle prime si presentano prive di ramificazioni.
Entrambe in ogni caso condividono il fatto di essere insetti olometaboli, che subiscono una metamorfosi completa dalla fase larvale a quella adulta. Questa trasformazione non coinvolge solo la forma del corpo ma anche lo stile di vita e le abitudini alimentari, dal momento che da bruchi striscianti i Lepidotteri diventano insetti volatori. Appare dunque poco probabile che le esperienze espletate durante la fase larvale possano essere ricordate dall’insetto adulto.
Eppure alcuni ricercatori della Georgetown University hanno dimostrato il contrario. Lo studio, pubblicato sulla Public Library of Science, è stato condotto su Manduca sexta, il verme del tabacco, appartenente alla famiglia degli Sfingidi (Sphingidae); questo lavoro ha chiaramente messo in luce come tale insetto riesca a ricordare da adulto le esperienze avute durante la fase larvale della sua vita. Alcune larve di Manduca sexta sono state sottoposte ad un esperimento di associazione il cui scopo era addestrare questi bruchi ad evitare un oggetto di odore sgradevole, associandolo con uno stimolo doloroso inflitto agli animali che lo avessero scelto. Dopo la metamorfosi, gli insetti sono stati sottoposti allo stesso esperimento, dimostrando di aver memoria dell’esperienza avuta durante la fase larvale.
L’esperimento è riuscito con successo solo sulle larve che hanno già raggiunto un certo grado di sviluppo: è stato osservato infatti che le larve di età inferiore a tre settimane imparano a evitare l’oggetto di odore sgradevole ma poi durante la fase adulta non si ricordano dell’esperienza vissuta. Viceversa i bruchi già prossimi alla metamorfosi sono in grado non solo di apprendere il giusto comportamento da tenere, ma anche di ricordarselo dopo la metamorfosi.
L’esito positivo di questo esperimento mina la comune convinzione che la metamorfosi negli insetti olometaboli sia di entità tale da non permettere alcun tipo di collegamento tra le due fasi di vita; se è vero infatti che da un punto di vista morfologico il sistema nervoso centrale subisce una drastica riorganizzazione durante la metamorfosi, è altrettanto vero che questo esperimento dimostra che esiste un certo grado di continuità tra le due fasi della vita di falene e farfalle.
Questa scoperta pone inoltre importanti implicazioni per l’ecologia e l’evoluzione di questi insetti: se una femmina adulta si ricorda della pianta che l’ha ospitata durante la fase larvale, è facile immaginare che cercherà di depositare le sue uova proprio su quella pianta o su una conspecifica. In tal modo si potrebbe assistere ad un meccanismo di selezione dell’habitat, e col
passare del tempo ipotizzare che la scelta da parte di femmine diverse di ovideporre su specie differenti di piante possa portare ad un meccanismo di speciazione simpatrica, con formazione di più specie all’interno della stessa zona geografica.
L’articolo “Retention of Memory through Metamorphosis: Can a Moth Remember What It Learned As a Caterpillar” è disponibile online.
Federico Ossi
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons