Il panda e i pericoli dell’isolamento
Il flusso genico, ovvero il trasferimento di geni da una popolazione ad un’altra, è molto importante nel determinare la dinamica evolutiva di una specie. Questo perché da un lato il flusso di geni riduce le differenze genetiche medie tra le popolazioni ma, d’altro canto, aumenta la variabilità interna di una popolazione, aumentandone il polimorfismo (ovvero le variazioni genetiche con una […]
Il flusso genico, ovvero il trasferimento di geni da una popolazione ad un’altra, è molto importante nel determinare la dinamica evolutiva di una specie. Questo perché da un lato il flusso di geni riduce le differenze genetiche medie tra le popolazioni ma, d’altro canto, aumenta la variabilità interna di una popolazione, aumentandone il polimorfismo (ovvero le variazioni genetiche con una frequenza superiore all’1% nella popolazione). Questo secondo punto è fondamentale poiché la diversità genetica determina lo stato di salute di una popolazione: infatti, una bassa diversificazione genetica aumenta la probabilità di incrocio tra genotipi simili o imparentati (fenomeno noto con il termine di inbreeding) e determina, quindi, l’espressione in omozigosi di alleli recessivi letali o nocivi. E’ molto importante, quindi, valutare l’eterozigosità, o diversità genetica, delle popolazioni di specie in pericolo di estinzione per verificare l’effettivo stato di salute e, di conseguenza, stabilire gli interventi di salvaguardia.
Una recente ricerca pubblicata sulla rivista BMC Genetics analizza i fattori che hanno determinato la drastica diminuzione degli esemplari di una specie simbolo della tutela ambientale, il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca). In particolare i ricercatori, conducendo delle analisi genetiche su diversi individui (attraverso il ritrovamento degli escrementi) appartenenti a quattro popolazioni differenti situate sulle due montagne cinesi Xiaoxiangling e Daxiangling, hanno osservato che l’andamento e la continuità dell’habitat (rappresentato dalle foreste di bambù) influiscono pesantemente sul flusso di geni tra le diverse popolazioni. In altre parole, le barriere fisiche rappresentate da aree prive di piante di bambù, possono separare i panda giganti in gruppi genetici isolati. Come spiegato sopra, la conseguente frammentazione e il ridotto flusso genico determinano una riduzione della variabilità genetica nei piccoli gruppi sparuti di panda e, quindi, un indebolimento genetico derivato dall’espressione in omozigosi di alleli recessivi deleteri. In questo modo una specie come quella del panda gigante entra nella red list cioè considerata in grave pericolo di estinzione.
E’ importante sottolineare che la principale causa della frammentazione delle zone di foresta di bambù è la deforestazione portata avanti dalla nostra cara e ben amata specie. L’uomo interviene molto spesso in maniera distruttiva sull’evoluzione di molte specie animali e vegetali provocandone l’estinzione.
Forse è il momento di fermarsi e riflettere: anche perché se le diverse specie animali e vegetali presenti sul nostro pianeta sono strettamente interconnesse le une con le altre, interferire e determinare l’estinzione delle altre specie, significa decretare anche la nostra futura e inevitabile scomparsa.
Daniel Patelli
Riferimenti:
Lifeng Zhu, Xiangjiang Zhan, Tao Meng, Shanning Zhang and Fuwen Wei. Landscape features influence gene flow as measured by cost-distance and genetic analyses: a case study for giant pandas in the Daxiangling and Xiaoxiangling mountains. BMC Genetics, 2010; (in press) [link]
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
Una recente ricerca pubblicata sulla rivista BMC Genetics analizza i fattori che hanno determinato la drastica diminuzione degli esemplari di una specie simbolo della tutela ambientale, il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca). In particolare i ricercatori, conducendo delle analisi genetiche su diversi individui (attraverso il ritrovamento degli escrementi) appartenenti a quattro popolazioni differenti situate sulle due montagne cinesi Xiaoxiangling e Daxiangling, hanno osservato che l’andamento e la continuità dell’habitat (rappresentato dalle foreste di bambù) influiscono pesantemente sul flusso di geni tra le diverse popolazioni. In altre parole, le barriere fisiche rappresentate da aree prive di piante di bambù, possono separare i panda giganti in gruppi genetici isolati. Come spiegato sopra, la conseguente frammentazione e il ridotto flusso genico determinano una riduzione della variabilità genetica nei piccoli gruppi sparuti di panda e, quindi, un indebolimento genetico derivato dall’espressione in omozigosi di alleli recessivi deleteri. In questo modo una specie come quella del panda gigante entra nella red list cioè considerata in grave pericolo di estinzione.
E’ importante sottolineare che la principale causa della frammentazione delle zone di foresta di bambù è la deforestazione portata avanti dalla nostra cara e ben amata specie. L’uomo interviene molto spesso in maniera distruttiva sull’evoluzione di molte specie animali e vegetali provocandone l’estinzione.
Forse è il momento di fermarsi e riflettere: anche perché se le diverse specie animali e vegetali presenti sul nostro pianeta sono strettamente interconnesse le une con le altre, interferire e determinare l’estinzione delle altre specie, significa decretare anche la nostra futura e inevitabile scomparsa.
Daniel Patelli
Riferimenti:
Lifeng Zhu, Xiangjiang Zhan, Tao Meng, Shanning Zhang and Fuwen Wei. Landscape features influence gene flow as measured by cost-distance and genetic analyses: a case study for giant pandas in the Daxiangling and Xiaoxiangling mountains. BMC Genetics, 2010; (in press) [link]
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons