Il ruolo degli erbivori nello studio dell’evoluzione degli ecosistemi africani

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Lo studio della diffusione degli erbivori negli ecosistemi africani attuali e di mille anni fa può aiutare a capire come questi mammiferi possano modificare il loro habitat fino a trasformarlo radicalmente

Conoscere gli ecosistemi, la loro struttura e le cause che ne influenzano la loro evoluzione è un obiettivo di grande importanza per poter comprendere la storia più o meno recente del nostro pianeta e poter razionalizzare l’impatto di determinate scelte o situazioni attuali. Negli ultimi tempi, l’affinamento delle strumentazioni tecnologiche e dei software di analisi dati hanno permesso un efficace monitoraggio del ruolo degli incendi nel plasmare gli ambienti selvatici. La prevalenza di fuochi spontanei può essere una delle principali variabili che determinano l’estensione delle aree boschive e vegetali. Sempre più, tuttavia, ci si è resi conto che questi studi non possono prescindere dal ruolo dei mammiferi, in particolare i grandi erbivori che, nutrendosi di erba, foglie e piccoli arbusti, sono attivi manipolatori della struttura dell’ambiente in cui vivono (Pikaia ne ha parlato qui).

Ovviamente, riuscire a schematizzare l’impatto degli erbivori nei vari ecosistemi è un lavoro non facile. Da un lato serve avere e saper processare una grande quantità di dati, da un altro è necessario considerare che una gran parte degli animali maggiormente responsabili dei cambiamenti è ormai estinta. Per ovviare a questo problema, i ricercatori dell’università del Witwatersrand guidati dal dottor Gareth Hempson hanno deciso di concentrare le loro ricerche nell’Africa sub-sahariana che, tra tutte le macroaree geografiche del pianeta, è quella che ha assistito alla scomparsa di meno specie animali.

È partito quindi un lungo lavoro di raccolta di informazioni su 92 diverse specie di erbivori, con particolare attenzione a caratteristiche come la massa corporea, la dieta, la dimensione del branco, la dipendenza da fonti d’acqua e la conformazione dell’intestino. La massa corporea e la conformazione intestinale sono stati scelti in quanto importanti indicatori della quantità di cibo che un individuo assume, mentre la dieta e, ancora una volta, la struttura dell’apparato digerente danno importanti informazioni sul tipo di nutrimento di cui ha bisogno una determinata specie. Infine, la dipendenza da fonti d’acqua e l’estensione del branco forniscono una precisa informazione sul tipo e sulla vastità di territorio necessario ad ospitare un determinato numero di esemplari della specie in questione.

In questo modo i 92 erbivori presi in esame sono stati suddivisi in cinque diverse categorie, la cui diffusione nelle varie zone del continente è stata confrontata con le caratteristiche dei diversi ambienti africani, quali la piovosità media annua, il tipo di vegetazione e la composizione del suolo, determinando così una correlazione tra caratteristiche dell’ambiente e caratteristiche fisiologiche ed etologiche degli animali che vi abitano. Questa stessa correlazione è stata trasposta a mille anni fa, prima dell’avvento della caccia con le armi da fuoco che ha pesantemente modificato la diffusione di alcune specie di grandi mammiferi. Conoscendo la struttura degli ambienti sub-sahariani, è stato possibile ipotizzare quanti e quali animali vivessero in aree che ora sono drasticamente modificate, consentendo così di valutare se – e in che modo – la fauna erbivora abbia contribuito a queste trasformazioni.

Questa piattaforma può essere utilizzata per implementare gli animali (in particolare gli erbivori) nei modelli di ecosistema che sono utilizzati per prevedere il futuro del nostro pianeta. Lo stesso studio può essere replicato in altre aree geografiche, comparando l’ecologia africana con quella di altri continenti – come ad esempio l’America Latina – che hanno perso la loro megafauna migliaia di anni fa, aiutandoci a capire in che modo e in che intensità i grandi mammiferi del passato abbiano modellato gli ecosistemi in cui vivevano. Modelli di questo tipo, ad ogni modo, permettono anche solo di comprendere meglio la distribuzione di piante o insetti strettamente legati alla presenza di alcune specie di animali.


Riferimenti:
A continent-wide assessment of the form and intensity of large mammal herbivory in Africa. Science, 2015; 350 (6264): 1056 DOI:10.1126/science.aac7978

Immagine da Wikimedia Commons