Il vero mistero delle profondità oceaniche
Da sempre l’uomo ha avuto un rapporto misto di curiosità e paura verso le profondità del mare. Antiche leggende e mostri marini sono l’emblema di quanto poco sappiamo di ciò che esiste negli abissi marini. Le profondità oceaniche rappresentano uno dei più grandi ambienti del pianeta, con numerose forme di vita e organismi che vivono anche in condizioni estreme e […]
Da sempre l’uomo ha avuto un rapporto misto di curiosità e paura verso le profondità del mare. Antiche leggende e mostri marini sono l’emblema di quanto poco sappiamo di ciò che esiste negli abissi marini. Le profondità oceaniche rappresentano uno dei più grandi ambienti del pianeta, con numerose forme di vita e organismi che vivono anche in condizioni estreme e quasi fantascientifiche.
Negli ultimi anni, le esplorazioni dei fondali oceanici hanno portato alla luce le misteriose creature di queste profondità, come meravigliosi crinoidi, molluschi bioluminescenti, gamberetti che vivono in simbiosi con batteri anaerobi, etc. Dal punto di vista evolutivo, la presenza di questi strani organismi ha portato gli studiosi a pensare alle profondità oceaniche come ad un ambiente di rifugio per antichi gruppi, esiliati in questi luoghi dalle acque più superficiali a causa della competizione con altri organismi superiori.
Grazie ad orologi molecolari e a modelli biogeografici (Smith and Stockley, 2005, Wilson 1999) gli studiosi hanno stimato l’origine della fauna abissale moderna verso la fine del Cretaceo – inizio del Cenozoico (circa 70 – 50 milioni di anni fa), con l’idea che i famosi eventi di anossia del fondale avvenuti più volte nel Cretaceo abbiano ripetutamente estinto le faune precedenti e provocato fenomeni di ricolonizzazione da parte dei gruppi moderni.
Attualmente, le comunità bentoniche abissali sono generalmente dominate dagli echinodermi (ricci di mare, stelle marine, crinoidi, etc..), in particolare ofiure (stelle serpentine) e oloturie (cetrioli di mare). Il ritrovamento di questi animali come fossili a partire da strati di mare profondo del Cretaceo superiore sembrava dare ragioni agli orologi molecolari.
Pochi giorni fa, però, una nuova associazione fossilifera di mare profondo, descritta da Thuy et al. (2012), ha ribaltato le precedenti ipotesi, predatando l’origine delle comunità abissali marine. Thuy et al. 2012 descrivono una comunità bentonica abissale risalente al tardo Aptiano – inizio Albiano (circa 114 milioni di anni fa), rinvenuta vicino alla Florida, nella parte ovest dell’Atlantico.
I fossili di Blake Nose (questo il luogo del ritrovamento) appartengono a numerosi gruppi di echinodermi, tra cui oloturie, ofiure, stelle marine e ricci di mare, tipici delle faune abissali attuali. La presenza di una comunità abissale già così ricca nel Cretaceo inferiore implica una colonizzazione di tale zona da parte della fauna moderna più antica di quanto precedentemente ipotizzato.
L’associazione fossilifera di Blake Nose è datata a dopo il primo grande evento di anossia dell’Albiano (datato a circa 124 milioni di anni fa) ma a prima del secondo grande evento del Cenomaniano (circa 93 milioni di anni fa) e dell’ancor più recente abbassamento delle temperature post Eocene (circa 34 milioni di anni fa). A questi eventi erano stati attribuiti fenomeni di estinzione locale o estesa della fauna abissale pre – moderna e quindi la successiva colonizzazione da parte dei gruppi odierni, provenienti da aree a minor profondità. La scoperta di questi fossili, dunque, indica che questi eventi hanno avuto un effetto limitato sulla biodiversità abissale rispetto a quanto si pensava prima.
Dunque, l’origine della fauna bentonica abissale moderna deve essere ricercata in sedimenti più antichi del tardo Aptiano (circa 114 milioni di anni fa). Gli autori ipotizzano che il vero evento che avrebbe innescato la colonizzazione degli abissi da parte delle forme moderne (provenienti da ambienti di mare più basso) possa essere ricercato nell’estinzione di massa di fine Permiano (il più devastante effetto di estinzione di massa della storia della Terra), che, accompagnato da successivi episodi anossia e di collasso della produttività primaria, avrebbe lasciato campo ai gruppi abissali odierni, eliminando le forme precedenti.
Marco Castiello
Bibliografia:
– Smith AB, Stockley B (2005) The geological history of deep-sea colonization by echinoids: roles of surface productivity and deep-water ventilation. Proc R Soc B 272: 865–869
– Thuy B, Gale AS, Kroh A, Kucera M, Numberger-Thuy LD, et al. (2012) Ancient Origin of the Modern Deep-Sea Fauna. PLoS ONE 7(10): e46913. doi:10.1371/journal.pone.0046913
– Wilson GDF (1999) Some of the deep-sea fauna is ancient. Crustaceana 72: 1019–1030
Immagine da Wikimedia Commons