“In conversazione con Darwin”, una mostra a Cambridge racconta lo scienziato attraverso le sue lettere
Pikaia ha visitato la (bellissima) mostra “Darwin in Conversation” alla Cambridge University Library, che fino al 3 dicembre espone centinaia di manoscritti originali di Charles Darwin, inclusi i taccuini che erano scomparsi
La mostra, al di là dei taccuini, è bella, ben curata e piena di spunti interessanti. Ripercorre la storia di Darwin attraverso le sue lettere. È stata allestita per la conclusione del Darwin Correspondence Project, il progetto di trascrizione e curatela di tutte le lettere scritte e ricevute da Darwin durante la sua vita. La mostra promette di farci conoscere Charles Darwin come “non lo abbiamo mai conosciuto”, attraverso le conversazioni che ha intessuto con centinaia di corrispondenti in ogni angolo del mondo. Ci sono lettere intime scritte alla famiglia e agli amici più stretti, e ci sono le lettere più professionali che Darwin scriveva e riceveva da studiosi e appassionati di storia naturale (e non solo) di ogni paese e origine. Grazie a questa mostra e a tutto il lavoro del Darwin Correspondence Project possiamo davvero apprezzare l’importanza delle lettere per il lavoro di Darwin. In una lettera del 1862 al botanico americano Asa Gray, Darwin dice che “una lettera e qualcosa di vivente”.
Per sottolineare quanto scriverle fosse importante per la vita personale di Darwin trovo perfette le parole di un poema di famiglia che è ho trovato a Down House:
“Write a letter, write a letter Good advice will make it better Father mother sister brother Let us all advise each other” (scrivi una lettera, scrivi una lettera – un buon consiglio fa migliorare le cose – padre madre sorella fratello – consigliamoci tutti a vicenda)
La mostra segue la vita di Charles Darwin dal viaggio attorno al mondo a bordo del Beagle al suo rientro in Inghilterra, dove continuerà a lavorare da casa per elaborare la sua teoria. Tra le teche della mostra si possono ammirare le pagine su cui si è svolta una delle storie più avvincenti della storia della scienza: Darwin discute le sue idee con i suoi numerosi corrispondenti, raccoglie dati e chiede opinioni per mettere carne al fuoco della sua teoria.
Dopo aver tracciato quella pagina famosa del taccuino B, Darwin lavora per altri vent’anni alla sua teoria, e non solo. In mostra vediamo anche una sezione dedicata ai suoi esperimenti a Down House e ai suoi studi sulle emozioni. C’è persino una pagina delle bozze dell’Origine che aveva lasciato per casa, era stata presa poi da figli che avevano fatto un disegno sul retro.
Immagini: Chiara Ceci
Chiara Ceci, naturalista, si occupa di comunicazione della scienza. Autrice di “Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca” (Sironi, 2013).