In Indonesia la più antica impronta dipinta di una mano umana

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Le pitture rupestri delle grotte di Sulawesi, in Indonesia, tra le più antiche finora scoperte, riscrivono la storia dell’arte preistorica


Secondo la teoria dell’Origine Africana Recente l’Homo sapiens anatomicamente moderno si è originato in Africa attorno a 200.000 anni fa, per poi iniziare, circa 60.000 anni fa circa, quella lunga migrazione che lo avrebbe portato, passando per il Medio Oriente, a colonizzare tutto il pianeta. La teoria dell’Origine Africana Recente è quella che sembra meglio adattarsi alle evidenze paleontologiche e genetiche e, per questo, riscuote i maggiori consensi all’interno della comunità scientifica. Tuttavia, è ancora oggetto di dibattito se l’uscita e la dispersione dal continente africano dei primi uomini siano avvenute attraverso una o più ondate migratorie successive. 

Al periodo successivo all’uscita dall’Africa di Homo sapiens datano numerosi ritrovamenti che testimoniano lo sviluppo della capacità di pensiero creativo e simbolico, che è tra i tratti che più contraddistinguono la nostra specie. Infatti, sebbene diversi reperti mostrino come questo sviluppo sia iniziato già in ominidi precedenti, è solo a partire da circa 50.000 anni fa che, secondo la maggior parte degli studiosi, si deve far risalire l’inizio di una vera e propria “modernità” comportamentale che comprende diversi usi, tra cui le arti figurative.

Tra le espressioni artistiche umane più antiche ci sono le pitture rupestri, come i dipinti sulle pareti delle grotte di Chauvet, in Francia, e di El Castillo, in Spagna, che risalgono rispettivamente a circa 32.000 e 40.000 anni fa. Quelle europee sono state, fino ad oggi, le pitture più antiche conosciute, ma un nuovo ritrovamento, descritto in un articolo pubblicato sull’ultimo numero di Nature, di cui ha meritato la copertina, riscrive ora la storia dell’arte preistorica. 

Un gruppo di ricercatori australiani e indonesiani ha condotto uno studio sulle pitture di alcune caverne nell’isola di Sulawesi, in Indonesia, dove già negli anni ’50 furono scoperti alcuni dipinti, che nell’insieme coprono un periodo storico di diverse migliaia di anni. Tra questi si sono rilevati di particolare interesse una serie di dodici impronte di mani e un gruppo di mammiferi, tra i quali si riconoscono un babirussa, un animale simile a un maiale, e un bufalo. Gli autori hanno applicato il metodo di datazione dell’uranio-torio a frammenti prelevati dai dipinti e hanno dimostrato che l’età minima di una impronta di una mano è di 39.900 anni, probabilmente la più antica conosciuta, mentre il babirussa e il bufalo risalgono rispettivamente a 35.400 e 35.700 anni fa.

I risultati di questo studio giungono del tutto inaspettati per i ricercatori impegnati nello studio dell’arte del Paleolitico e spostano il centro dell’attenzione dall’Europa, dove fino a oggi si erano concentrate le ricerche, all’Asia, dimostrando la presenza anche in questo continente, nello stesso periodo, di una produzione artistica da parte dell’uomo.

Come annotano gli autori, si possono elaborare due ipotesi sull’origine dell’arte figurativa rupestre. Essa potrebbe essere emersa indipendentemente, nello stesso periodo, in Europa e in Asia oppure potrebbe essere stata praticata già dai primi esseri umani che lasciarono l’Africa migliaia di anni prima. In questo caso, le ricerche future potrebbero riservare nuove sorprese, dopo i dipinti di Sulawesi, e restituirci testimonianze artistiche ancora più antiche di quelle oggi conosciute.

Antonio Scalari


Riferimento: 
M. Aubert, A. Brumm, M. Ramli, T. Sutikna, E. W. Saptomo, B. Hakim, M. J. Morwood, G. D. van den Bergh, L. Kinsley, & A. Dosseto, Pleistocene cave art from Sulawesi, Indonesia, Nature doi:10.1038/nature13422