“In volo sul mondo” racconta la straordinaria scienza dietro le migrazioni degli uccelli

In volo sul mondo

Dalla fisiologia alla fisica, dalla cronobiologia all’ecologia: il naturalista e divulgatore Scott Weidensaul ci porta in volo sul mondo sulle ali degli uccelli migratori

Titolo: In volo sul mondo

Autore:
Scott Weidensaul Traduzione: di Luca Cortese Editore: Raffaello Cortina Milano Anno: 2022 (orig. 2021, A world on the Wing. The Global Odyssey of Migratory Birds) Pag.: 458  Ovunque in aria. Che spettacolo! Negli ultimi due decenni è esplosa la conoscenza scientifica del fenomeno migratorio, delle dinamiche che permettono a un uccello, solo e al suo primo viaggio, di individuare la propria rotta attraverso il globo affrontando venti traversi, tempeste e fatiche immani. Un fattore rilevante è la vista: sembra che gli uccelli riescano a visualizzare il campo magnetico terrestre grazie a una forma di entanglement quantistico (o correlazione quantistica), un fenomeno bizzarro almeno quanto il suo nome. Oggi gli scienziati credono che le lunghezze d’onda blu della luce che colpisce l’occhio di un uccello migratore eccitino degli elettroni correlati (entangled) in un composto chimico detto criptocromo. Microsecondo dopo microsecondo una gamma di segnali chimici differenti si diffonderebbe attraverso innumerevoli coppie di elettroni correlati, dando apparentemente origine nell’occhio di un uccello alla mappa dei campi geomagnetici che sta attraversando.

I ricercatori hanno poi rilevato che prima dei lunghi voli gli uccelli migratori aumentano la propria massa muscolare senza bisogno di un effettivo esercizio: il fattore scatenante deve essere biochimico. Successivamente volano ininterrottamente per più giorni senza subire gli effetti della deprivazione del sonno: di notte “spengono” un emisfero cerebrale e l’occhio corrispondente per un secondo o due alla volta; di giorno effettuano migliaia di “microsonni” di pochi secondi. Vedete voi. Oltre alla biologia, finora la scienza aveva sottostimato la complessità e la connettività dell’ecologia migratoria: non è possibile compartimentare le vite di animali selvatici, studiamo insieme migrazioni e tutela ambientale. Salvare le foreste significa anche salvare gli uccelli. Il bravo competente studioso e divulgatore americano Scott Weidensaul (Pennsylvania, 1959) è via via passato da birdwatcher adolescenziale a ornitologo amatoriale, infine a ufficiale ricercatore, arruolato nelle trincee della scienza delle migrazioni. Ciò che soprattutto appare cambiato è il suo coinvolgimento, lo dichiara subito. Un’infantile elettrizzante giornata sull’Hawk Mountain ha cristallizzato la passione per l’osservazione degli uccelli, i rapaci in particolare, presto divenuta sapiente interesse scientifico per le discipline naturalistiche.

L’inanellamento da tempo e più recentemente la geolocalizzazione (con nuove tecnologie e miniaturizzazione) sono gli elementi essenziali nella ricerca e nello studio delle migrazioni aviarie. Il libro aggiorna lo stato dell’arte su gran parte della straordinaria miriade di fili della migrazione degli uccelli, sentinelle e importanti indicatori delle condizioni ambientali, da come e perché attraversano il pianeta a quali azioni umane siano indilazionabili affinché possano continuare a farlo. In volo sul mondo è strutturato in dieci capitoli, per argomenti: Spatole (dei becchi del gambecchio, per esempio); Il volo quantico; Credevamo di sapere; Big data, big problem; Mal di testa; Il calendario in frantumi; Aguiluchos; Oltre la piattaforma; Nascondersi da Dio; Eninum. Ogni giorno miliardi di uccelli, obbedendo ai loro arcaici ritmi, legano tra loro luoghi selvaggi sparsi in tutto il mondo e spesso minacciati, in un tutt’uno senza soluzione di continuità attraverso il semplice servizio del volo (da cui il titolo). Che possa rimanere così per sempre, spiega e sollecita l’autore. Attenta bibliografia e ottimo indice analitico.