Ingannando si mangia
Il margay, piccolo felino centro- e sud-americano attira con falsi richiami le piccole scimmie di cui si nutre
Tra le fronde scure delle foreste pluviali ogni giorno si gioca un partita per la sopravvivenza tra predatori e prede. I primi mettono in atto tutte le strategie più elaborate e stravaganti per riuscire ad avere successo nella caccia, mentre i secondi, sempre in allerta, devono sfuggire a questi attacchi mortali.
Questa eterna battaglia si fa più interessante (almeno per noi astanti) quando nella contesa viene coinvolto l’inganno, grazie a cui una delle specie contendenti si assicura un vantaggio per poter avere la meglio. Casi noti e ben documentati, ad esempio, sono quelli di numerosi intertebrati che hanno sviluppato sul proprio corpo dei finti occhi, in modo tale da scoraggiare possibili attacchi di predatori (Pikaia ne ha parlato qui).
Diverso è quello che accade nella Reserva Florestal Adolpho Ducke, nei pressi della città di Manaus in Amazzonia, dove è stato osservato per la prima volta un comportamento molto singolare da parte di un piccolo felino, il margay (Leopardus weidii), agile predatore di vertebrati tra cui alcune scimmie. Come scrivono sulle pagine della rivista Neotropical Primates, gli autori hanno documentato un individuo simulare le tipiche vocalizzazioni emesse dal tamarino calvo (Saguinus bicolor), un piccolo primate sociale che vive prevalentemente sugli alberi. In particolare, il felino ha emesso il richiamo che solitamente viene prodotto dagli individui giovani di tamarino, attirando l’attenzione del gruppo di scimmie e ottenendo la discesa dall’albero su cui si stavano cibando di ben 5 degli 8 individui di cui era composto il gruppo. A quel punto, il margay, uscendo dal proprio nascondiglio, ha sferrato il suo attacco che, però, non ha avuto successo.
In questo caso, le scimmie sono riuscite a scamparla fuggendo rapidamente sugli alberi, ma la strategia ingannatoria del margay sembra essere efficiente in quanto attrae e disorienta le prede, rendendole più vulnerabili agli attacchi del predatore e riducendo le energie necessarie ad un potenziale inseguimento. Per la prima volta viene documentato e descritto in dettaglio questo comportamento in un felino, indicando una notevole astuzia che si va a sommare alla straordinaria agilità e potenza fisica che lo rende un eccezionale predatore.
Andrea Romano
Riferimenti:
Fabiano de Oliveira Calleia, Fabio Rohe, Marcelo Gordo, Hunting Strategy of the Margay (Leopardus wiedii) to Attract the Wild Pied Tamarin (Saguinus bicolor), Neotropical Primates 16(1):32-34. 2009, doi: 10.1896/044.016.0107
Questa eterna battaglia si fa più interessante (almeno per noi astanti) quando nella contesa viene coinvolto l’inganno, grazie a cui una delle specie contendenti si assicura un vantaggio per poter avere la meglio. Casi noti e ben documentati, ad esempio, sono quelli di numerosi intertebrati che hanno sviluppato sul proprio corpo dei finti occhi, in modo tale da scoraggiare possibili attacchi di predatori (Pikaia ne ha parlato qui).
Diverso è quello che accade nella Reserva Florestal Adolpho Ducke, nei pressi della città di Manaus in Amazzonia, dove è stato osservato per la prima volta un comportamento molto singolare da parte di un piccolo felino, il margay (Leopardus weidii), agile predatore di vertebrati tra cui alcune scimmie. Come scrivono sulle pagine della rivista Neotropical Primates, gli autori hanno documentato un individuo simulare le tipiche vocalizzazioni emesse dal tamarino calvo (Saguinus bicolor), un piccolo primate sociale che vive prevalentemente sugli alberi. In particolare, il felino ha emesso il richiamo che solitamente viene prodotto dagli individui giovani di tamarino, attirando l’attenzione del gruppo di scimmie e ottenendo la discesa dall’albero su cui si stavano cibando di ben 5 degli 8 individui di cui era composto il gruppo. A quel punto, il margay, uscendo dal proprio nascondiglio, ha sferrato il suo attacco che, però, non ha avuto successo.
In questo caso, le scimmie sono riuscite a scamparla fuggendo rapidamente sugli alberi, ma la strategia ingannatoria del margay sembra essere efficiente in quanto attrae e disorienta le prede, rendendole più vulnerabili agli attacchi del predatore e riducendo le energie necessarie ad un potenziale inseguimento. Per la prima volta viene documentato e descritto in dettaglio questo comportamento in un felino, indicando una notevole astuzia che si va a sommare alla straordinaria agilità e potenza fisica che lo rende un eccezionale predatore.
Andrea Romano
Riferimenti:
Fabiano de Oliveira Calleia, Fabio Rohe, Marcelo Gordo, Hunting Strategy of the Margay (Leopardus wiedii) to Attract the Wild Pied Tamarin (Saguinus bicolor), Neotropical Primates 16(1):32-34. 2009, doi: 10.1896/044.016.0107
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.