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L’analisi dei pigmenti fossilizzati ci consente ora di determinare alcune informazioni sulla colorazione delle specie estinte
Recentemente, è stato proposto che la distribuzione dei pigmenti in un nodosauride canadese sia un adattamento anti-predatorio. Studi analoghi avevano dedotto una colorazione mimetica in Psittacosaurus. Questo tipo di analisi non si limita alla colorazione dell’animale, ma genera implicazioni sul contesto ambientale dell’animale, dato che non tutti i tipi di mimetismo e colorazione risultano ugualmente adattativi in ambienti differenti.
Seguendo questo filone di ricerca, Smithwick et al. (2017) hanno analizzato il primo taxon di dinosauro non-aviale del quale sia noto il piumaggio, l’ormai venerabile Sinosauropteryx prima.
I due esemplari meglio noti di Sinosauropteryx, di taglia leggermente differente, conservano entrambi tracce del piumaggio, sotto forma di impressioni carboniose. Questo piumaggio è preservato con diverse tonalità, distribuite in modo non-casuale sul corpo.
Filamenti più scuri sono presenti lungo il dorso, nella parte posterolaterale del cranio, tra l’orbita e il quadrato, e in fasce alternate lungo la coda. Smithwick et al. (2017) concludono che l’animale in vita avesse quindi una “mascherina” scura sugli occhi, e una coda a bande chiare e scure. Questo pattern cromatico ricorda vagamente alcuni lemuri e viverridi attuali. Gli autori hanno quindi testato gli “effetti” in termini di visibilità della colorazione di Sinosauropteryx in diversi contesti di luminosità e vegetazione. L’analisi conclude che la livrea di questo piccolo theropode costituisca una forma di adattamento ad ambienti relativamente poco vegetati ed aperti, nei quali il contrasto tra la regione dorsale scura e quella ventrale chiara fornisce il maggior grado di mimetismo con lo sfondo. La colorazione a bande della coda è più difficilmente interpretabile, sebbene essa possa essere interpretata in analogia con quegli animali odierni con code simili: è plausibile che la serie alternata di bande verticali “rompa” la silhouette del corpo e attiri i predatori verso la lunga coda piuttosto che verso il corpo e la testa. In ogni caso, la presenza in animali attuali di code con simili forme e colorazioni suggerisce che – qualunque sia la funzione – essa sia comunque una strategia adattativa e non una forma di selezione sessuale, e che tale strategia dovesse agire anche su Sinosauropteryx.
Da Theropoda
Bibliografia:
Smithwick et al. 2017 – Countershading and Stripes in the Theropod Dinosaur Sinosauropteryx Reveal Heterogeneous Habitats in the Early Cretaceous Jehol Biota. Current Biology https://doi.org/10.1016/j.cub.2017.09.032
Immagine: da Smithwick et al. 2017 https://doi.org/10.1016/j.cub.2017.09.032