La capacità di stupirci della natura
La capacità di stupirci da parte della natura, a volte, è veramente straordinaria. Di fronte ad alcuni esempi viene subito da pensare alla bella frase nell’introduzione del Gene egoista di Richard Dawkins “Noi animali siamo le macchine più complicate e più perfettamente disegnate dell’universo noto. Se la mettiamo così, è difficile capire perché qualcuno studi qualcos’altro”. Un gruppo di ricercatori […]
La capacità di stupirci da parte della natura, a volte, è veramente straordinaria. Di fronte ad alcuni esempi viene subito da pensare alla bella frase nell’introduzione del Gene egoista di Richard Dawkins “Noi animali siamo le macchine più complicate e più perfettamente disegnate dell’universo noto. Se la mettiamo così, è difficile capire perché qualcuno studi qualcos’altro”.
Un gruppo di ricercatori guidati da Menno Schilthuizen, un brillante studioso che ha dedicato la sua vita a studiare la straodinaria biodiversità dei molluschi prima nel Borneo ed ora in Malesia descrive sull’ultimo numero di Biology Letters una nuova specie veramente straordinaria. Fra i molluschi gasteropodi dotati di conchiglie, predominano le specie con conchiglie che formano delle spirali avvolte attorno ad un asse, che si allargano secondo una funzione logaritmica, e sono generalmente destrogire.
Si sa che nel mondo dei viventi le regole generali son veramente poche, e anche fra i gasteropodi le eccezioni sono numerose. Nelle specie appartenenti al genere terrestre malese Opisthostoma, ad esempio, le conchiglie si avvolgono in modo sinistrorso, e vi sono specie con due o tre assi di simmetria (= di avvolgimento) diversi nel medesimo individuo.
La nuova specie descritta dal gruppo di Schilthuizen, Opisthostoma vermiculum, (si veda la foto ripresa dall’articolo originale open-access: sull’immagine di destra sono disegnati i quattro assi di simmetria) batte ogni record. Le conchiglie di questa specie, veramente molto piccole (attorno ad un millimetro) mostrano giri delle spirali che tre volte si distaccano dai giri precedenti e tre volte si riattaccano e nei tratti distaccati si avvolgono attorno a alla bellezza di tre assi accessori, oltre all’asse principale, arrivando così ad un totale di quattro assi di avvolgimento! La cosa interessante è che tale struttura complicatissima è costante nei vari individui campionati, suscitando così intriganti interrogativi sui meccanismi genetici dello sviluppo.
Mi piace sottolineare che gli autori finiscono il riassunto del loro lavoro con delle parole che indicano un raro approccio di modestia e di apertura “Sebbene le origini evolutive di Opisthostoma vermiculum ed il significato funzionale della sua conchiglia possano essere chiarite solo una volta che siano trovati intermedi fra le forme fossili e quelle viventi, questa sconcertante morfologia suggerisce che siamo ancora ben lontani dal comprendere le relazioni fra forma e funzione in certi gruppi tassonomici”
Marco Ferraguti.
È stato Professore Ordinario di Evoluzione Biologica presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto ricerche nel campo della riproduzione e filogenesi in diversi gruppi di invertebrati. È stato presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica e si è occupato attivamente della divulgazione di temi evoluzionisti e di traduzioni di testi di autori importanti. Ha curato il testo “Evoluzione, modelli e processi” per Pearson Italia. Ha diretto per 20 anni la Biblioteca Biologica dell’Università