La foresta del serpente gigante

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Araceae, Arecaceae, Fabaceae, Lauraceae, Malvaceae e Menispermaceae sono tra le principali famiglie di piante che costituiscono le attuali foreste tropicali centro e sudamericane. Specie appartenenti a queste stesse famiglie sono state rinvenute in uno strato fossile risalente a circa 60 milioni di anni fa, nelle regioni in cui in quel periodo viveva Titanoboa cerrejonensis (Pikaia ne ha parlato qui), la […]

Araceae, Arecaceae, Fabaceae, Lauraceae, Malvaceae e Menispermaceae sono tra le principali famiglie di piante che costituiscono le attuali foreste tropicali centro e sudamericane. Specie appartenenti a queste stesse famiglie sono state rinvenute in uno strato fossile risalente a circa 60 milioni di anni fa, nelle regioni in cui in quel periodo viveva Titanoboa cerrejonensis (Pikaia ne ha parlato qui), la specie di serpente più lungo mai apparso sulla terra, con ben 13 metri che separavano la testa e la punta della coda.

Dalla regione colombiana del Cerrejón sono stati recuperatei oltre 2.000 resti fossili di piante paleoceniche, in particolar modo foglie e bacche, che testimoniano la presenza di una foresta neotropicale molto simile sia come struttura che come tassonomia (seppur a livello di famiglie) a quelle odierne. La vegetazione del periodo geologico subito successivo alla grande estinzione di massa dei dinosauri (65 milioni di anni fa) si configura, quindi, più simile a quella odierna che a quella presente fino a pochi milioni di anni prima. Come le attuali foreste tropicali, infatti, anche quella del Cerrejón si sviluppava in altezza su tre livelli: uno arbustivo basso, uno medio e uno arboreo alto. Come le attuali piante, anche la maggior parte di quelle rinvenute negli scavi presentano foglie dalla forma allargata e con i margini lisci, tipici delle vegetazioni tropicali ed equatoriali (le foglie delle piante più boreali sono invece prevelantemente a margine ondulato o seghettato). Come al giorno d’oggi, inoltre, molte delle foglie erano commestibili, come si deduce dai numerosi segni di consumo da parte, probabilmente, di insetti fitofagi.

Ma, come si legge sulle pagine di PNAS, oltre alla scontata presenza di specie diverse sebbene delle medesime famiglie, vi sono altre differenze tra le due foreste neotropicali: la foresta tropicale antica doveva, secondo quanto calcolato sulla base della morfologia fogliare e sulle stime del metabolismo del Titanoboa, avere una temperatura media di 3-5 gradi superiore a quelle odierne e doveva essere più umida. Inoltre, come verificato da un’analisi palinologica, la foresta del Cerrejón presentava un numero di specie inferiore sia alle foreste attuali che a quello stimato da studi precedenti.

Andrea Romano


Riferimenti:
Scott L. Wing, Fabiany Herrera, Carlos A. Jaramillo, Carolina Gómez-Navarro, Peter Wilf, Conrad C. Labandeira,  The earliest fossil record of Earth’s most diverse biome: A late Paleocene neotropical rainforest from the Cerrejón Formation, Colombia, PNAS