La più antica barriera corallina

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Scoperti in Namibia alcuni chilometri di quella che finora è la più antica barriera corallina: risale a circa 550 milioni di anni fa e fa parte della fauna di Ediacara

Le barriere coralline, formate da piccoli invertebrati dotati di esoscheletro calcareo, rappresentato un’importantissima innovazione ecologica e anatomica: uniti in colonie, infatti, i singoli individui incrementano fortemente l’efficienza di foraggiamento e beneficiano in termini di difesa contro i possibili predatori. La comparsa delle barriere formate da piccoli metazoi nella storia della vita sulla Terra ha segnato quindi un importante adattamento alla complessità dell’ambiente in continuo aumento. 
Sull’ultimo numero della rivista Science viene descritta la più antica barriera corallina finora nota: il protagonista silenzioso di questa formazione coloniale è Cloudina, piccolo invertebrato dotato di un sottile esoscheletro tubulare. Dai resti emerge che, come le attuali barriere coralline, i diversi esoscheletri dei singoli erano mantenuti in contatto tra loro a formare un organismo coloniale che si estendeva verso l’altro, forse per incrementare la capacità di filtrazione dell’acqua.
Cloudina è un esponente cosmopolita della fauna di Ediacara, vissuta quasi 550 milioni di anni fa. La fauna di Ediacara rappresenta il più antico tentativo noto di vita pluricellulare, di alcuni milioni di anni precedente alla famosa Esplosione del Cambriano, che non ha prodotto discendenti fino ai giorni nostri (Pikaia ne ha parlato qui, qui ). La nuova barriera corallina, che si estende per oltre sette chilometri di lunghezza ed è larga ben 300 metri, è stata rinvenuta nel Nama Group, nel deserto della Namibia e retrodata di circa 20 milioni di anni la comparsa di questo tipo di formazioni coloniali, indicando l’esistenza di catene trofiche molto complesse anche oltre mezzo miliardo di anni fa.
Andrea Romano
Riferimenti:
A. M. Penny, R. Wood, A. Curtis, F. Bowyer, R. Tostevin, K.- H. Hoffman. Ediacaran metazoan reefs from the Nama Group, Namibia. Science, 2014; 344 (6191): 1504 DOI: 10.1126/science.1253393
Credit: Fred Bowyer