La strada verso il parassitismo di cova

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Il parassitismo da cova, una forma particolare di parassitismo tipica degli uccelli che si verifica quando una femmina depone uova nel nido di una coppia conspecifica o di una specie differente, è una strategia che sembra essere stata selezionata positivamente dalla selezione naturale soprattutto in alcune specie (i casi più famosi riguardano specie appartenenti alla famiglia dei Cuculidi). Il motivo […]


Il parassitismo da cova, una forma particolare di parassitismo tipica degli uccelli che si verifica quando una femmina depone uova nel nido di una coppia conspecifica o di una specie differente, è una strategia che sembra essere stata selezionata positivamente dalla selezione naturale soprattutto in alcune specie (i casi più famosi riguardano specie appartenenti alla famiglia dei Cuculidi). Il motivo è chiaro: se un individuo riesce a lasciare molti discendenti pagando il solo costo della deposizione delle uova, senza preoccuparsi delle successive cure parentali, potrà dedicarsi completamente alla riproduzione e deporre il massimo numero di uova possibili.

Considerato ciò, il parassitismo da cova potrebbe sembrare una strategia facile da attuare, ma, come ci si attende, la selezione naturale agisce anche sugli ospiti che elaborano strategie per smascherare il parassita. Infatti, per poter parassitare con successo il nido altrui è necessario adottare una miriade di accorgimenti per 1) evitare che l’ospite si accorga dell’inganno, 2) non deporre le uova prima o dopo del momento in cui l’ospite inizia la deposizione delle proprie uova e 3) assicurarsi che la prole cresca almeno fino all’età riproduttiva. Un mix di possibilità che se non correttamente collaudate  possono determinare il totale insuccesso riproduttivo di un individuo. La strada, quindi, verso l’evoluzione di una quasi perfetta strategia di parassitismo di cova è molto ardua e complicata e spesso gli ingannatori vengono individuati come conseguenza del processo di coevoluzione ospite-parassita.

Nella specie Taeniopygia guttata (meglio conosciuta come diamante mandarino, simpatico uccellino originario dell’Australia allevato dall’uomo con successso a scopo ornamentale) è stato osservato che il parassitismo di cova cospecifico è abbastanza comune (circa il 21% delle covate contiene un uovo non proprio) sia in cattività sia in natura, facilitato dal fatto che nidificano in colonie. Come si legge in uno studio pubblicato sulla rivista Animal Behaviour le femmine di diamante mandarino non manifestano un comportamento completamente parassita, ma una strategia mista: oltre a deporre una o più uova in nidi altrui, si dedicano infatti esse stesse all’incubazione e all’allevamento di una covata propria. Gli scienziati hanno inoltre osservato che le femmine parassite raramente scelgono la stessa coppia di ospiti per più di una volta: preferiscono, quindi, parassitare coppie cospecifiche differenti in quanto è stato osservato che gli ospiti imparano a difendersi e a smascherare i parassiti.

Quindi, in questo caso questa strategia non è impeccabile: “Solo un terzo delle uova viene allevato da genitori adottivi”, spiega Holger Schielzeth uno degli autori dell’articolo. Il bilancio tra costi e benefici del parassitismo di cova in questa specie è forse ancora non completamente vantaggioso.
Chissà che, evolvendo una strategia di parassitismo più raffinata, anche i diamanti mandarino diventino dei veri specialisti come i cuculi.

Daniel Patelli


Riferimenti: Holger Schielzeth, Elisabeth Bolund. Patterns of conspecific brood parasitism in zebra finches. Animal Behaviour, 2010; DOI: 10.1016/j.anbehav.2010.03.006.

Fonte dell’immagine: Wikimedia commons