La visione a colori dei dipnoi
I dipnoi, chiamati anche pesci polmonati, sono considerati gli organismi viventi più strettamente imparentati agli attuali tetrapodi. Presentano infatti alcune caratteristiche in comune con i vertebrati terrestri come le coane nasali, o fosse nasali, le pinne carnose sostenute da articolazioni robuste, che costituiscono un abbozzo degli arti dei tetrapodi, e un polmone primitivo, derivante dalla vescica natatoria, che consente loro […]
I dipnoi, chiamati anche pesci polmonati, sono considerati gli organismi viventi più strettamente imparentati agli attuali tetrapodi. Presentano infatti alcune caratteristiche in comune con i vertebrati terrestri come le coane nasali, o fosse nasali, le pinne carnose sostenute da articolazioni robuste, che costituiscono un abbozzo degli arti dei tetrapodi, e un polmone primitivo, derivante dalla vescica natatoria, che consente loro di incamerare ed utilizzare ossigeno atmosferico. E’ proprio quest’ultima caratteristica che ha permesso ai vertebrati di colonizzare le terre emerse.
Un recente studio pubblicato sulla rivista BMC Evolutionary Biology ha evidenziato un ulteriore tratto che accomuna questi organismi ai tetrapodi, differenziandoli maggiormente dai pesci ossei, gli Actinopterygii. Il dipnoo australiano Neoceratodus forsteri è infatti in grado di percepire i colori.
Ricercatori della University of Queensland di Brisbane hanno identificato e confrontato i 5 pigmenti visivi (rh1, rh2, lws, sws1 and sws2) presenti nella retina di Neoceratodus forsteri con quelli di pesci ed anfibi. L’analisi filogenetica sull’evoluzione molecolare dei pigmenti visivi sottolinea una maggior vicinanza evolutiva tra dipnoi ed anfibi, piutosto che tra dipnoi e pesci ossei, disconoscendo la convinzione che i pesci polmonati avessero capacità visive poco sviluppate. In particolare, è stata segnalata in Neoceratodus forsteri la presenza di pigmenti presenti nei coni, gli elementi fotosensibili responsabili della visione diurna (fotopica), oltre che di bastoncelli, che rendono possibile la visione non cromatica (scotopica).
La visione a colori ha favorito la percezione e l’interpretazione dell’ambiente subaereo, favorendone la colonizzazione da parte dei vertebrati, che ereditarono questa importante abilità dai propri predecessori dipnoi.
Andrea Romano
La foto è tratta da Wikimedia Commons.
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.