L’alba degli odierni vertebrati

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I processi macroevolutivi sul nostro pianeta sono stati fortemente condizionati da alcuni importanti episodi di estinzione di massa. Senza questi eventi catastrofici, infatti, i gruppi animali che oggi occupano ruoli predominanti negli ecosistemi naturali, sebbene molti fossero già esistenti, non avrebbero avuto la stessa diffusione. Che mondo sarebbe se il tentativo di pluricellularità di Ediacara (Pikaia ne ha parlato qui) […]

I processi macroevolutivi sul nostro pianeta sono stati fortemente condizionati da alcuni importanti episodi di estinzione di massa. Senza questi eventi catastrofici, infatti, i gruppi animali che oggi occupano ruoli predominanti negli ecosistemi naturali, sebbene molti fossero già esistenti, non avrebbero avuto la stessa diffusione. Che mondo sarebbe se il tentativo di pluricellularità di Ediacara (Pikaia ne ha parlato qui) non fosse fallito, lasciando spazio alla fauna del Cambriano? E cosa sarebbe successo alla fauna mondiale se non fosse mai caduto il meteorite che 65 milioni di anni fa contribuì all’estinzione dei dinosauri? Non lo sapremo mai, anche se abbiamo la certezza che il mondo sarebbe molto diverso da quello in cui oggi viviamo.

Un’altro episodio epocale nella storia della vita sulla Terra è stata senza dubbio l’estinzione di massa del Devoniano: 374 milioni di anni fa, infatti, si estinse almeno il 20% delle specie di invertebrati marini del tempo. Ma, accanto a questa grande estinzione, secondo un gruppo di ricercatori della University of Chicago, ci sarebbe stato un altro episodio che ha interessato un minor numero di specie ma che avrebbe avuto un impatto molto superiore sulla biodiversità degli oceani (e non solo…) nei milioni di anni successivi. Come su legge dalle pagine di PNAS, questa estinzione sarebbe avvenuta 359 milioni di anni or sono e avrebbe riguardato principalmente i vertebrati marini, causando la scomparsa di numerosi gruppi che avevano dominato fino a quel momento.

Il Devoniano è anche conoscito come l'”Era dei pesci” a causa della straordinaria diversità di vertebrati acquatici rinvenuti nei giacimenti fossili. I pesci che abitavano le acque in questo periodo erano però molto diversi da quelli attuali, considerando che placodermi e sarcopterigi costituivano gran parte dell’ittiofauna e che condroitti (squali e razze) e attinopterigi (i pesci ossei dalle pinne raggiate) erano rilegati in nicchie ecologiche secondarie. In seguito ad un’approfondita analisi che ha riguardato 1.250 taxa provenienti da 66 località di tutto il mondo, il gruppo di paleontologi ha concluso che solo 15 milioni dopo la grande estinzione del Devoniano oltre il 50% delle specie di vertebrati esistenti scomparve e molte altre furono costrette ad un inesorabile declino da cui non si ripresero più.

Sebbene si creda che questo episodio di estinzione di massa sia legato ad un abbassamento del livello del mare dovuto ad un raffreddamento della temperatura globale, le sue cause sono ancora poco note. Assolutamente ignoti sono invece i motivi per cui gli attinopterigi, i condroitti e anche i primi tetrapodi furono risparmiati da questo episodio negativo, beneficiando nei milioni di anni successivi di tutte le nicchie ecologiche diventate ormai vuote. Questi organismi infatti si diffusero enormemente, diversificandosi in numerosi gruppi e andando a conquistare le acque e le terre emerse. Da allora costituiscono la princiale fauna vertebrata mondiale.

La storia evolutiva dei vertebrati è stata dunque influenzata grandemente da questo “collo di bottiglia” del Devoniano, fino ad ora poco considerato, che ha plasmato la moderna biodiversità. Che fauna sarebbe se non fosse avvenuta questa “piccola” estinzione?

Andrea Romano


Riferimenti:
Lauren Cole Sallan, Michael I. Coates. End-Devonian extinction and a bottleneck in the early evolution of modern jawed vertebrates. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2010; DOI: 10.1073/pnas.0914000107

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons