L’antenato nano del panda gigante
Sulle dimensioni degli antenati dell’odierno panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) sono state fatte molte ipotesi, basate su alcuni denti fossili non ben conservati, che fino ad oggi non potevano essere comprovate. Dopo anni di ricerche, un gruppo di ricercatori della University of Iowa e della Chinese Academy of Sciences di Beijing ha rinvenuto in una grotta calcarea della Cina meridionale il […]
Sulle dimensioni degli antenati dell’odierno panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) sono state fatte molte ipotesi, basate su alcuni denti fossili non ben conservati, che fino ad oggi non potevano essere comprovate. Dopo anni di ricerche, un gruppo di ricercatori della University of Iowa e della Chinese Academy of Sciences di Beijing ha rinvenuto in una grotta calcarea della Cina meridionale il primo teschio fossile del possibile iniziatore della linea filetica che ha portato all’evoluzione del panda.
Questo fossile, risalente a circa 2 milioni di anni fa e descritto sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), appartiene al più antico progenitore del panda gigante e presenta dimensioni corporee ridotte, per le quali è stato battezzato panda pigmeo (Ailuropoda microta). Raggiungeva infatti al massimo la lunghezza di 1 metro, circa la metà della specie attuale.
Nonostante la notevole differenza dimensionale, la forma e le proporzioni tra le diverse parti del teschio, che può essere osservato in questa galleria di immagini, sono molto simili a quelle del suo più famoso discendente, evidenziando che l’anatomia ossea della linea filetica è rimasta pressochè inalterata per milioni di anni. Infatti, come la specie moderna, il panda pigmeo presenta denti specializzati per il consumo di bambù e muscoli facciali, dei quali sono rimaste evidenti testimonianze sul teschio, tipici per la masticazione di materiale vegetale. Queste caratteristiche, unite al luogo di ritrovamento che corrispondeva ad un’attuale foresta di bambù, fanno pensare che la singolare dieta vegetariana dei panda si sia evoluta alcuni milioni di anni fa e rappresenti un tratto distintivo di questa linea evolutiva che la contraddistingue dalle altre specie della famiglia degli Ursidae.
Probabilmente una così radicale modificazione della dieta, da carnivora ad esclusivamente erbivora, è stata accompagnata inizialmente da una riduzione di taglia, per poi aumentare di nuovo fino a quella odierna per la maggior specializzazione ed il perfezionamento degli adattamenti per il consumo, come il famoso sesto dito, per la digestione e l’assimilazione del bambù.
Non si conosce se il panda pigmeo presentasse la tipica colorazione bianca e nera del panda gigante, ma i ricercatori, che hanno annunciato una nuova spedizione alla ricerca di nuovi reperti, pensano che questo non sarebbe sorprendente. Infatti, molti animali tropicali tendono ad assumere intense colorazioni per poter essere meglio identificati dai propri simili attraverso la densa copertura fogliare caratteristica delle foreste di queste latitudini.
La foto è tratta da Wikipedia.
Andrea Romano
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.