Le novità dell’ibrido
Le orchidee sono note ingannatrici di insetti impollinatori: simulando le sembianze e gli odori delle femmine di insetti pronubi, inducono i maschi a posarsi sui propri fiori e a trasferire il polline di pianta in pianta. Da questa interazione, però, ne beneficiano (a parte alcune eccezioni, Pikaia ne ha parlato qui) anche gli insetti impollinatori che trovano abbondanti riserve di […]
Le orchidee sono note ingannatrici di insetti impollinatori: simulando le sembianze e gli odori delle femmine di insetti pronubi, inducono i maschi a posarsi sui propri fiori e a trasferire il polline di pianta in pianta. Da questa interazione, però, ne beneficiano (a parte alcune eccezioni, Pikaia ne ha parlato qui) anche gli insetti impollinatori che trovano abbondanti riserve di cibo.
A tal proposito giunge un interessante studio pubblicato sulla rivista BMC Biology, che ha investigato le strategie riproduttive di Ophrys arachnitiformis e Ophrys lupercalis, due specie di orchidea riproduttivamente isolate in quanto vengono impollinate da insetti diversi, ma che occasionalmente producono degli ibridi. Gli ibridi sono sterili (meccanismo di isolamento riproduttivo post-zigotico) e producono un odore molto diverso dalle specie che li hanno generati, frutto della combinazione dei geni delle specie parentali. Questo nuovo odore risulta molto meno attraente per gli impollinatori delle specie parentali, che sembrano snobbare l’ibrido, ma, con grande sorpesa dei ricercatori, sembra attrarre un’ulteriore specie di insetto, che finora non era noto impollinare le orchidee del genere Ophrys.
Il processo di ibridazione ha portato dunque alla generazione di una novità evolutiva, consistente nella combinazione dei tratti floreali delle specie parentali, che ha successivamente causato la modificazione del comportamento di un insetto impollinatore. Da un errore avvenuto nei meccanismi di isolamento riproduttivo (l'”errore” degli impollinatori delle specie parentali), è iniziata una cascata di eventi che potrebbero portare alla speciazione, per ibridazione, della forma ibrida, mediata dalla nuova specie di insetto pronubo.
Al momento, l’ibrido è ancora sterile, ma lo sarà per molto? Un evento di speciazione per ibridazione (rara negli animali ma non altrettanto nelle piante) è forse alle porte…
Andrea Romano
Riferimenti:
Nicolas J Vereecken, Salvatore Cozzolino and Florian P Schiestl. Hybrid floral novelty drives pollinator shift in sexually deceptive orchids. BMC Evolutionary Biology, 2010, 10:103 DOI: 10.1186/1471-2148-10-103
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
A tal proposito giunge un interessante studio pubblicato sulla rivista BMC Biology, che ha investigato le strategie riproduttive di Ophrys arachnitiformis e Ophrys lupercalis, due specie di orchidea riproduttivamente isolate in quanto vengono impollinate da insetti diversi, ma che occasionalmente producono degli ibridi. Gli ibridi sono sterili (meccanismo di isolamento riproduttivo post-zigotico) e producono un odore molto diverso dalle specie che li hanno generati, frutto della combinazione dei geni delle specie parentali. Questo nuovo odore risulta molto meno attraente per gli impollinatori delle specie parentali, che sembrano snobbare l’ibrido, ma, con grande sorpesa dei ricercatori, sembra attrarre un’ulteriore specie di insetto, che finora non era noto impollinare le orchidee del genere Ophrys.
Il processo di ibridazione ha portato dunque alla generazione di una novità evolutiva, consistente nella combinazione dei tratti floreali delle specie parentali, che ha successivamente causato la modificazione del comportamento di un insetto impollinatore. Da un errore avvenuto nei meccanismi di isolamento riproduttivo (l'”errore” degli impollinatori delle specie parentali), è iniziata una cascata di eventi che potrebbero portare alla speciazione, per ibridazione, della forma ibrida, mediata dalla nuova specie di insetto pronubo.
Al momento, l’ibrido è ancora sterile, ma lo sarà per molto? Un evento di speciazione per ibridazione (rara negli animali ma non altrettanto nelle piante) è forse alle porte…
Andrea Romano
Riferimenti:
Nicolas J Vereecken, Salvatore Cozzolino and Florian P Schiestl. Hybrid floral novelty drives pollinator shift in sexually deceptive orchids. BMC Evolutionary Biology, 2010, 10:103 DOI: 10.1186/1471-2148-10-103
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.