Le specie con il cervello di dimensioni maggiori evolvono più velocemente?

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Cosa determina un imponente fenomeno di radiazione adattativa? In generale, tutte le risposte a questa domanda fanno riferimento alle opportunità ecologiche, sotto forma di nicchie vuote, che si presentano alle popolazione progenitrici: il differenziamento e la successiva speciazione sarebbero dunque una conseguenza delle condizioni ambientali, esterne, e ai successivi processi di adattamento a queste. Probabilmente questa generalizzazione in molti casi […]

Cosa determina un imponente fenomeno di radiazione adattativa? In generale, tutte le risposte a questa domanda fanno riferimento alle opportunità ecologiche, sotto forma di nicchie vuote, che si presentano alle popolazione progenitrici: il differenziamento e la successiva speciazione sarebbero dunque una conseguenza delle condizioni ambientali, esterne, e ai successivi processi di adattamento a queste. Probabilmente questa generalizzazione in molti casi rispecchia ciò che realmente è accaduto, ma Daniel Sol della Universitat de Barcelona e Trevor D. Price della University of Chicago si sono domandati se alcune caratteristiche intrinseche alle specie possono essere in grado di promuovere la speciazione e le radiazioni adattative. In particolare, si sono chiesti se il volume del cervello in relazione alle dimensioni corporee potesse essere legato alla diversificazione morfologica e dunque favorire i processi di adattamento, speciazione e diffusione nei diversi ambienti.

Dopo un’analisi che ha preso in considerazione le dimensioni corporee di ben 7.209 specie di uccelli (corrispondenti a circa il 75% di quelle esistenti), dalle pagine della rivista The American Naturalist si legge che questa ipotesi potrebbe essere confermata, almeno per quanto riguarda questo gruppo di animali. I risultati mostrano che le famiglie in cui si verifica una maggiore diversificazione riguardo la taglia corporea sono quelle che in media presentano le dimensioni del cervello più grandi rispetto a quelle previste in base alle dimensioni del corpo. Inoltre, questi risultati sono indipendenti dal range geografico delle famiglie e dall’abbondanza di specie presenti in ciascuna di esse. Tra queste figurano i Picidae (i picchi), i Bucerotidae (i buceri), gli Psittacidae (i pappagalli), gli Strigidae (gufi, civette), i Menuridae (gli uccelli lira) e i Corvidae (corvi, gazze).

Un cervello di grandi dimensioni, concludono, può dunque promuovere la diversificazione morfologica, in quanto in grado di facilitare alcuni cambiamenti comportamentali, come la scelta dell’habitat e le risorse da utilizzare in base alle condizioni ambientali, modificando così le pressioni selettive sulle popolazioni e favorirne così la divergenza.

Andrea Romano

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons