L’effetto dei giovani dinosauri sulle comunità ecologiche
Negli insiemi faunistici mesozoici c’è una marcata assenza di carnivori tra i 100 e i 1000 chili. La causa sarebbero gli individui giovanili dei megateropodi, che crescendo occupavano nicchie ecologiche altrimenti utilizzabili da specie più piccole
Gli insiemi faunistici del Mesozoico, l’era geologica dominata dai dinosauri, in particolare quelli di Giurassico e Cretaceo, sono caratterizzati da animali di taglia molto grande e un numero di specie relativamente basso, soprattutto di carnivori. Tra questi ultimi c’è un grosso gap di specie dal peso compreso tra i 100 e i 1000 chili, riscontrabile nelle comunità con megateropodi, cioè carnivori di taglia enorme. Un gruppo di paleo-ecologi dell’University of New Mexico e University of Nebraska-Lincoln ha dimostrato che gli individui giovanili di diverse specie di megateropodi, come i tirannosauri, avrebbero avuto una grossa impronta ecologica, riempiendo le nicchie ecologiche normalmente occupate da specie più piccole. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science e possono essere consultati in questo articolo.
Nonostante la loro notevole permanenza temporale, durata quasi 160 milioni di anni, la diversità specifica dei dinosauri è relativamente limitata se confrontata con quella di altre faune fossili. Una mancanza che rimane anche tenendo conto di tutti i bias dovuti al passaggio del tempo e al processo di fossilizzazione. Questo risalta soprattutto tra i carnivori, nel cui record fossile, come già detto, c’è un grosso gap di specie tra i 100 e i 1000 chili.
Per spiegare questa assenza, i ricercatori sono partiti da un’altra considerazione: le comunità di dinosauri erano pieni di individui giovanili, “adolescenti” in poche parole. Gli individui giovani e ancora in fase di crescita costituivano gran parte degli individui di una specie, occupando gran parte della biomassa potenzialmente sostenibile dagli ecosistemi di allora.
I giovani dinosauri avevano dimensioni limitate al momento della nascita, venendo deposti come uova (delle dimensioni dei tirannosauridi al momento della nascita Pikaia ha parlato qui). Questo vuol dire che i giovani dinosauri avrebbero dovuto cambiare molto con la crescita, dovendo raggiungere in pochi anni le dimensioni enormi dei loro conspecifici adulti. L’aumento di taglia avrebbe significato un cambiamento nell’alimentazione, soprattutto per i carnivori, che crescendo avrebbero cacciato prede diverse con tattiche differenti rispetto alle loro controparti mature.
In pratica, i giovani megateropodi crescendo avrebbero occupato delle nicchie ecologiche variabilil nel corso della crescita e comunque diverse rispetto agli adulti. Una nicchia ecologica è il ruolo ricoperto da una specie all’interno di un ecosistema, e non può essere occupato da più specie contemporaneamente. Considerato che i giovani carnivori dovevano costituire gran parte della popolazione, la loro presenza avrebbe impedito ad altri carnivori di taglia minore di occupare quella nicchia ecologica.
Questo gap era meno pronunciato durante il Giurassico, durante il quale i megateropodi erano di taglia inferiore rispetto al Cretaceo, e le differenze tra individui giovanili e adulti erano meno marcate. Durante il Cretaceo, invece, i grandi carnivori raggiungevano dimensioni veramente enormi, come i tirannosauridi che dominavano il Nord America, e il gap era molto largo.
Facevano eccezione insiemi faunistici privi di megateropodi al di sopra dei 1000 chili, o dominati da specie di piccole dimensioni, o ancora con disponibilità di numerose prede di taglia molto grande in grado di diminuire la competizione inter-specifica. In questi ambienti era possibile la coesistenza di una maggiore diversità di carnivori.
Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno raccolto dati su 43 comunità di dinosauri provenienti da tutti i continenti, più di 550 specie distribuite lungo 136 milioni di anni del Giurassico e Cretaceo. Nelle analisi sono stati combinati vari fattori, come velocità di crescita (dedotta dalle linee di crescita presenti nelle sezioni delle ossa), numero di dinosauri giovani che sopravvivevano annualmente (grazie allo studio di siti con un grande numero di individui fossili).
Questa ricerca ha messo in luce come, tra i megateropodi, gli individui della stessa specie fossero in rado di occupare diverse nicchie ecologiche a seconda della loro età. Una peculiarità che permette di comprendere più a fondo la complessa ecologia dell’era mesozoica.
Riferimenti:
Katlin Schroeder, S. Kathleen Lyons, Felisa A. Smith. The influence of juvenile dinosaurs on community structure and diversity. Science, 2021; 371 (6532): 941 DOI: 10.1126/science.abd9220
Riferimenti immagine: Ian Juby, Public domain, attraverso Wikimedia Commons
Dopo la laurea magistrale in Quaternario, Preistoria e Archeologia, conseguita presso l’Università di Ferrara, si iscrive al master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza, grazie al quale inizia a collaborare con Pikaia. Con l’intenzione di continuare la divulgazione della scienza, in particolare della paleontologia, ha partecipato alla fondazione dell’associazione La Lampada delle Scienze.