L’importanza della plasticità

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E’ noto da tempo che i maschi di molte specie animali, sia vertebrati che invertebrati, producono canti e suoni più o meno elaborati con l’intento di attirare l’attenzione delle femmine. Ma può succedere che, in un determinato territorio, tali “serenate” vengano percepite non sono dai diretti interessati (le femmine in questo caso), ma che siano intercettate da ricevitori non intenzionali […]

E’ noto da tempo che i maschi di molte specie animali, sia vertebrati che invertebrati, producono canti e suoni più o meno elaborati con l’intento di attirare l’attenzione delle femmine. Ma può succedere che, in un determinato territorio, tali “serenate” vengano percepite non sono dai diretti interessati (le femmine in questo caso), ma che siano intercettate da ricevitori non intenzionali come, per esempio, i giovani maschi.

Un gruppo di biologi dell’Università della California, in uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology, ha cercato di capire se tali richiami sessuali avessero una qualche influenza sui giovani maschi nella specie di grillo Teleogryllus oceanicus.
Il gruppo di ricerca ha sottoposto, in laboratorio, un gruppo di giovani maschi ad un ambiente silenzioso simulando in questo modo condizioni di una popolazione con un numero molto basso di maschi adulti che producono canti di richiamo sessuale. Un altro set di giovani individui di sesso maschile, invece, è stato posto in condizioni simili ad un ambiente ricco di canti di richiamo sessuale.

Analizzando i dati raccolti, gli scienziati, hanno scoperto che i giovani cresciuti in presenza di un numero elevato di maschi adulti tendono ad essere più grandi e ad investire maggiormente nella produzione dei tessuti riproduttivi rispetto ai giovani maschi cresciuti in un ambiente “silenzioso”. Si è inoltre osservato che i maschi non sottoposti ai richiami sessuali durante il periodo di allevamento da adulti si comportano tendenzialmente da “satelliti”: non difendono un proprio territorio ma cercano di accoppiarsi furtivamente con femmine presenti nei territori di maschi che emettono canti sessuali di richiamo.

Molto probabilmente, sottolineano gli autori dello studio, in questa specie essere di grosse dimensioni permette ai maschi di competere meglio con i rivali per l’accesso alle femmine e tale condizione risulta essere particolarmente necessaria in un ambiente con un numero elevato di contendenti. In quest’ottica la flessibilità fenotipica risulta essere un fattore di estrema importanza: infatti permette ai giovani maschi di modificare la propria morfologia in relazione all’ambiente circostante, in questo caso la presenza di altri maschi, evitando di sprecare energie utilizzabili per altre attività fisiologiche, nei casi di assenza o scarsità di possibili competitori sessuali. In altri termini un segnale sessuale diretto ad uno specifico destinatario viene intercettato e utilizzato da terzi (i giovani maschi) in vista del proprio successo riproduttivo futuro.

Un altro aspetto interessante che emerge da questo studio è che la plasticità fenotipica non è una prerogativa solo dei vertebrati ma, come in questo caso, può essere presente anche in organismi considerati meno complessi nei quali si è visto che la flessibilità morfologica e comportamentale gioca un ruolo rilevante allo stesso modo del controllo genico.

La selezione naturale, quindi, sembra favorire quegli organismi capaci di modulare le proprie caratteristiche fisiche e comportamentali in relazione al cambiamento degli stimoli provenienti dall’ambiente che cambia in continuazione. In uno scenario di questo tipo si può dunque affermare che essere plastici conviene!

Daniel Patelli


Riferimenti:
Nathan W. Bailey, Brian Gray, Marlene Zuk. Acoustic Experience Shapes Alternative Mating Tactics and Reproductive Investment in Male Field Crickets. Current Biology, 2010; 20 (9): 845 DOI: 10.1016/j.cub.2010.02.063