Lo Hobbit rimane solo nella nostra fantasia
Quattro separati gruppi di ricerca hanno raggiunto le stesse conclusioni su Homo floresiensis, il piccolo ominide che due anni fa si era aggiunto al cespuglio evolutivo umano. Tutti e quattro questi gruppi hanno stabilito che l’uomo di Flores non è un caso di nanismo insulare ma semplicemente un individuo microcefalico. Lo Hobbit, così il nuovo fossile era stato soprannominato per […]
Quattro separati gruppi di ricerca hanno raggiunto le stesse conclusioni su Homo floresiensis, il piccolo ominide che due anni fa si era aggiunto al cespuglio evolutivo umano. Tutti e quattro questi gruppi hanno stabilito che l'uomo di Flores non è un caso di nanismo insulare ma semplicemente un individuo microcefalico.
Lo Hobbit, così il nuovo fossile era stato soprannominato per le sue ridotte dimensioni (soprattutto cerebrali - 400 cc, pari circa ad un pompelmo, contro i 1350 cc in media nella nostra specie), era venuto alle luce in una caverna dell'Isola di Flores assieme ad altri reperti, tra cui manufatti litici tecnologicamente paragonabili a quelli realizzati da Homo neanderthalensis e da Homo sapiens in Europa. Una prima ipotesi sull'origine di questo piccolo ominide fu quella di collegarlo a Homo erectus, che avrebbe raggiunto l'isola e avrebbe poi subito un ridimensionamento delle dimensioni corporee a causa del nanismo insulare.
Oggi sembra che questa affascinante spiegazione non sia corretta: come si legge nell' abstract dell'articolo pubblicato da uno dei quattro gruppi di ricerca (quello formato da Robert D. Martin del Field Museum di Chicago, Ann M. MacLarnon
della School of Human and Life Sciences dell'Università londinese di Roehampton, James L. Phillips del Dipartimento di Antropologia dell'Università dell'Illinois e da William B. Dobyns del Dipartimento di Genetica Umana dell'Università dell'Illinois di Chicago) Homo floresiensis non merita il titolo di nuova specie, ma sarebbe solo un individuo affetto
da microcefalia. Infatti il paragone con gli altri ominidi fa supporre che il cervello di floresiensis sia troppo piccolo per essere derivato da quello già sviluppato di erectus, ma non solo.
L'analisi comparata con i crani ed i calchi endocranici di individui microcefalici moderni ha messo in luce come le somiglianze siano enormi. Gli studiosi sono quindi giunti alla conclusione che lo Hobbit sia il fossile di un individuo microcefalico di Homo sapiens.
Con questa spiegazione risulterebbe più chiara anche la presenza dei reperti litici di fattura avanzata, che l'uomo di Flores avrebbe costruito: se fosse un discendente di Homo erectus non avrebbe avuto la capacità tecnologica necessaria ad ideare tali strumenti, mentre se si trattasse di un individuo microcefalico in una popolazione di Homo sapiens questa stessa capacità l'avrebbe avuta.
Sembra quindi che gli Hobbit rimarranno nella nostra fantasia e che nel nostro lontano passato non ci siano "parenti" dalle minuscole dimensioni corporee.
Giulia Fontanesi