Lo squalo quadricentenario: ecco il vertebrato più longevo
La datazione al radiocarbonio attesterebbe la sorprendente età degli esemplari rinvenuti di squalo della Groenlandia
Un articolo pubblicato sulla rivista Science dimostra che gli squali della Groenlandia possono vivere almeno 272 anni, e con buona probabilità fino a 400 anni circa. Lo squalo della Groenlandia (Somniosus microcephalus) è una specie perfettamente adattata ai climi estremi delle acque dell’Atlantico settentrionale dove cresce ad un ritmo sorprendentemente lento (anche 1 cm all’anno). Può superare i 5 metri di lunghezza, e vive nelle profondità dell’oceano, grazie a peculiari adattamenti come gli alti livelli di TMAO, una molecola che negli squali protegge le proteine dagli effetti dei caratteristici elevati livelli di urea, mentre nelle specie abissali aiuta a minimizzare gli effetti della pressione stabilizzando la struttura delle proteine.
Come molti altri organismi ectotermi tipici di questo habitat, conduce una vita scandita da ritmi estremamente lenti, a cominciare dal nuoto, che difficilmente fa pensare ad un predatore molto attivo se non occasionalmente. È più probabile, infatti, che sia principalmente un animale spazzino che si nutre di carcasse, risparmiando le preziose energie che sarebbero necessarie per la caccia.
Che questi squali potessero avere una vita eccezionalmente lunga era ipotizzabile anche solo sulla base delle notevoli dimensioni raggiunte in alcuni esemplari seppur con tassi di crescita molto bassi, ma finora le difficoltà tecniche di un’accurata datazione hanno sempre impedito di quantificare la longevità di questa specie.
L’età di molti pesci si misura in modo simile a quella degli alberi, esaminando il numero di anelli concentrici osservabili, in questo caso, dalla sezione degli otoliti, o più in generale il numero di strati ossei che si sono depositati nel tempo in tessuti calcificati. Il corpo degli squali della Groenlandia, però, non presenta parti calcificate, e quindi il team di scienziati ha dovuto trovare un’altra via per determinarne l’età.
Curiosamente, nei vertebrati la parte centrale del cristallino, che si forma prima della nascita, è composta da proteine metabolicamente inerti non più rinnovate dopo la loro sintesi. Quindi, questi tessuti conservano proteine che sono presenti fin dalla nascita, utilizzabili per datare organismi “problematici” come questi. La datazione al radiocarbonio dei cristallini di 28 squali (molti dei quali catturati accidentalmente dai pescatori) hanno fornito conferme sperimentali sorprendenti: quello più grande, una femmina di 5 metri, risultava avere un’età stimata attorno ai 400 anni, più precisamente tra i 272 e i 512 anni, se si considerano i margini di errore di questa tecnica.
Nelle femmine di questa specie, la maturità sessuale sopraggiunge quando le dimensioni si aggirano attorno ai 4 metri, una lunghezza che viene raggiunta almeno dopo un secolo e mezzo di crescita. In altre parole, la femmina più grande sarebbe nata nel 1600 e sarebbe diventata sessualmente matura a metà del 1700.
Tutto ciò, anche se le stime fossero al ribasso, fa di questi squali i vertebrati più longevi attualmente conosciuti oscurando il precedente record che apparteneva ad una balena della Groenlandia (Balaena mysticetus) di 211 anni. Se consideriamo anche gli invertebrati, invece, tuttora il primato del regno animale appartiene ad un mollusco bivalve appartenente alla specie Arctica islandica dell’età di 507 anni.
I risultati pubblicati nel lavoro rappresentano, inoltre, preziose informazioni per la conservazione di questi animali catturati spesso accidentalmente dai pescatori e recentemente oggetto di iniziative commerciali.
Riferimento:
Nielsen J, Hedeholm RB, Heinemeier J, Bushnell PG, Christiansen JS, Olsen J, Ramsey CB, Brill RW, Simon M, Steffensen KF, Steffensen JF. Eye lens radiocarbon reveals centuries of longevity in the Greenland shark (Somniosus microcephalus). Science. 2016;353(6300):702-4. doi: 10.1126/science.aaf1703
Immagine: Paul Nicklen/National Geographic Creative