Lo strano caso delle otarie e dei pinguini
Cosa spinge un maschio di otaria ad aggredire sessualmente un pinguino reale? Se lo sono chiesti un gruppo di ricercatori sudafricani, in seguito a un aumento di casi simili
Verso la fine dello scorso novembre, ha avuto grande diffusione sul web un video – ripreso anche da molti giornali nazionali come Il Post, il Corriere della Sera e Libero, in cui sono mostrati esemplari maschi di otaria che cercano di accoppiarsi con un pinguino. Facciamo un po’ di chiarezza.
I video sono stati girati sull’Isola Marion, nell’Oceano Indiano sub-antartico, da alcuni ricercatori del dipartimento di zoologia ed entomologia dell’università di Pretoria, nell’ambito di uno studio che ambiva proprio a capire la ragione di queste aggressioni sessuali. Esiste infatti un precedente: già nel 2006, infatti, era stato osservato un caso di violenza sessuale da parte di un maschio di otaria orsina antartica (Arctocephalus gazella) ai danni di un pinguino reale (Aptenodytes patagonicus). Il caso venne descritto in un articolo sul Journal of Ethology, nel quale si sottolineava l’aggressività dei maschi pinnipedi – la superfamiglia di Carnivori cui appartengono le otarie, insieme a foche e trichechi – e il fatto che la coercizione sessuale nei confronti delle femmine fosse comune in alcune specie. Esistono prove di accoppiamenti interspecifici tentati da maschi di alcune specie di pinnipedi che, nei casi più estremi, avevano avuto luogo fra individui appartenenti a due diverse famiglie tassonomiche. Nel caso dell’otaria e del pinguino dell’Isola Marion, però, ci si trovava di fronte a un caso ancora più eccezionale: un tentativo di accoppiamento fra animali di classi diverse.
Quello del 2006 venne considerato un caso isolato, probabilmente dovuto allo sviluppo di un comportamento particolarmente aggressivo da parte di una singola otaria. Una nuova serie di osservazioni ha però consentito di individuare altri tre casi simili, uno dei quali è terminato con l’uccisione del pinguino, che da vittima sessuale è diventato il pasto del suo aggressore. Durante questi attacchi non sempre avviene una penetrazione e la scelta della preda pare avvenga in maniera casuale. Quel che è certo, come affermano gli autori delle osservazioni in un articolo su Polar Biology, è che non si può più parlare di un caso isolato. Al contrario, potrebbe trattarsi di un comportamento emergente, basato sull’imitazione; è noto infatti che le otarie hanno buone capacità di apprendimento, ma rimane il dubbio su quale sia la ricompensa che un simile comportamento potrebbe offrire. Un’altra possibile spiegazione, secondo i ricercatori, è che, così facendo, queste otarie – si tratta sempre di giovani maschi – sfoghino le frustrazioni sessuali dovute all’impossibilità di accoppiarsi con femmine della propria specie.
Un mistero che potrà essere svelato solo dopo una serie di ulteriori indagini. Tre casi sono infatti troppo pochi per generalizzare un comportamento, ma il loro aumento è sicuramente indice di un cambiamento piuttosto singolare e che può avere profonde conseguenze. Le interazioni sessuali fra specie diverse – definite interferenze riproduttive – possono infatti avere un impatto considerevole dal punto di vista ecologico ed evoluzionistico.