“L’ultima sirena” di Iida Turpeinen: il fascino e la tragedia di un’estinzione senza senso

Un romanzo che intreccia scienza, storia e letteratura per raccontare la tragica scomparsa della ritina di Steller
Autrice: Iida Turpeinen
Traduttore: Nicola Rainò
Anno edizione: 2024
Pagine: 256 p., Brossura
ISBN: 9788854530652
Si può scrivere un romanzo su un animale estinto e sull’estinzione? Si può fare se l’animale è carismatico (la ritina di Steller, un parente del dugongo di circa 9 metri di lunghezza, lo è sicuramente), se si possono narrare le vicende dei personaggi che incroceranno le proprie vite con la ritina nei secoli successivi alla sua scoperta (i principali sono lo scopritore Georg Wilhelm Steller, il governatore dell’Alaska Hampus Furuhjelm, che ne recupererà lo scheletro con la sorella e la moglie per consegnarlo al professor Alexander von Nordmann, e John Grönvall che sarà incaricato di riparare il suddetto scheletro per mostrarlo al pubblico) e se si è uno scrittore, in questo caso una scrittrice, Iida Turpeinen, che riesce a coniugare scienza, letteratura e vita.
La ritina di Steller si è estinta 27 anni dopo la sua scoperta, nel 1741. Era troppo grande, troppo saporita e troppo docile per poter esser lasciata indisturbata dai marinai. La scrittrice riesce a presentare una storia di uomini, animali e scienza che avvince fin dalla prima pagina. Il tutto condito dalla riflessione sull’estinzione, un processo che l’uomo ha faticato ad accettare e che ora, in un momento di perdita di biodiversità sempre più veloce, è sotto gli occhi di tutti.
Come molte altre estinzioni anche quella della ritina di Steller è stata un’estinzione senza senso. Leggendo questo libro ancora una volta avremo molti dubbi sul posto che pensiamo di avere nel mondo.

Biologo e insegnante fin dal millennio scorso, si dedica da 40 anni all’acquariofilia, soprattutto all’allevamento e alla riproduzione di Ciclidi spaziando dal Lago Malawi ai ciclidi nani, dal lago Tanganica al Centro America per planare ultimamente ai Ciclidi dell’Africa occidentale e del deserto e pubblica le proprie esperienze sulle principali riviste di settore italiane ed estere. Ha gestito il blog Mahengechromis – Divagazioni di un ciclidofilo dove ha scritto di pesci, anfibi, evoluzione e libri. Tuttora curiosa tra fossi, pozze e fontanili armato di retino e macchina fotografica.