Lupu ululà e castello ululì

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La lettura dei quotidiani riserva sempre qualche sorpresa e alcuni giornali in particolare. Tra le ultime “perle” voglio segnalarvi l’impareggiabile articolo di Francesco Cramer dal titolo “Pagato dalla regione per ululare nei boschi” pubblicato su “Il Giornale”. La cosa che colpisce dell’articolo è l’assoluta mancanza di considerazione per numerosi progetti volti per lo più all’analisi della biodiversità ed alla tutela […]

La lettura dei quotidiani riserva sempre qualche sorpresa e alcuni giornali in particolare. Tra le ultime “perle” voglio segnalarvi l’impareggiabile articolo di Francesco Cramer dal titolo “Pagato dalla regione per ululare nei boschi” pubblicato su “Il Giornale”. La cosa che colpisce dell’articolo è l’assoluta mancanza di considerazione per numerosi progetti volti per lo più all’analisi della biodiversità ed alla tutela della fauna, che vengono presentati come fossero inutili giochi fatti per sperperare i soldi pubblici.

Certo può essere facile ironizzare su uno studio sulla lepre, però perché non segnalare che questo studio fa parte di un progetto intitolato “Gestione e valorizzazione della biodiversità e del pastoralismo nei territori alpini transfrontalieri”? Lo scopo del progetto è così scandaloso? O forse (domanda retorica) l’autore dell’articolo non ha ritenuto utile investire tempo per vedere gli scopi del progetto? In modo analogo si fa ironia su un seminario sulle api per cui sono stati pagati ben 110 euro (utili per pagare probabilmente le spese di viaggio del relatore), dimenticando che la moria delle api è un grave problema in agricoltura dato che le api sono implicate nell’impollinazione di moltissime piante di interesse agrario. Per non parlare poi del modo in cui il monitoraggio del lupo è stato presentato ovvero come una farsa con ricercatori che usano termini in inglese perchè “l’inglese fa più figo” o che girano ululando per i boschi dicendo “qui c’è un lupo, qui invece no”. Ma il lupo non è un animale da tutelare? Cosa si dovrebbe fare chiedere al lupo di firmare un registro di presenza? Oppure strano che la provincia di Bolzano si sia occupata di gamberi di acqua dolce e non di mare vista l’enorme superficie (?) della provincia di Bolzano a contatto con il mare!!

Il problema che emerge da questo articolo è che qualcuno (che tra l’altro non sa neppure come si scrivono i nomi delle specie!), decide in modo superficiale e senza avere competenze in merito (almeno a leggere la lista degli articoli pubblicati recentemente) che gli studi sulla biodiversità e la sua conservazione fanno ridere e che i soldi che la pubblica amministrazione ha pagato sono stati sprecati. Questo non significa necessariamente che tutti i soldi spesi dalle pubbliche amministrazioni sono stati spesi bene, ma certo non è questo il modo in cui si può pensare di fare una discussione utile, ovvero senza guardare con attenzione allo scopo e ai risultati dei progetti.

Non stupisce poi che alcuni lettori commentino “se mi insegnano a squittire e mi pagano bene, vado a fare le derattizzazioni negli ospedali e negli uffici pubblici senza usare alcun flauto magico… l’assurdo del nostro paese è nell’invenzione di mestieri che non hanno alcun senso” se la ricerca di base (e quella naturalistica in particolare) viene presentata come una burletta. In modo analogo alcuni lettori scandalizzati scrivono “E poi le regioni o le province autonome si lagnano della mancanza di fondi; ma per dare sfogo alla loro illimitata fantasia,riescono sempre a trovare soldi. E le varie corti dei conti pare non intervengano mai!!!! Ma che ci stanno a fare???” oppure “è scandaloso vedere i ns soldi buttati via in questo modo ……..sarebbe ora di mettere fine a queste vergogne……!”. Ma monitorare la biodiversità è un dovere ed una necessità o uno sfogo della fantasia? Veramente cercare di capire (e ridurre) l’impatto antropico sulla biodiversità è vergognoso?

In merito alla corte dei conti invocata da un lettore mi viene in mente un recente articolo di Repubblica che riguarda la città in cui vivo in cui un giudice della corte dei conti contesta che la provincia modenese perchè nell’ambito della riqualificazione ambientale ha speso soldi per proteggere una foresta in Costarica, operazione che avrebbe danneggiato i cittadini modenesi sottraendo soldi alla tutela ambientale a livello locale. Ma quello del riscaldamento globale non è un problema generale o forse a Modena non ne risentiremo?

E mentre alcuni lettori si chiedono “come si fa ad essere ingaggiati per non far nulla percependo una vagonata di euro”, i furbetti (che invece conoscono bene il valore economico della biodiversità) scappano con i piccioni vivi di contrabbando infilati nei pantaloni.

Mauro Mandrioli