Ma che confusione Ms Mazur….
Alcuni giorni or sono sul sito di Scoop è stato pubblicato un nuovo articolo di Suzan Mazur dal titolo “NASA Humanist Chris McKay: Where Darwinism Fails”. Già il titolo è tutto un programma, perché è effettivamente curioso chiedere ad un atrofisico se il Darwinismo è (o non è) una buona teoria: non sarebbe più utile chiederlo per lo meno ad […]
Alcuni giorni or sono sul sito di Scoop è stato pubblicato un nuovo articolo di Suzan Mazur dal titolo “NASA Humanist Chris McKay: Where Darwinism Fails”. Già il titolo è tutto un programma, perché è effettivamente curioso chiedere ad un atrofisico se il Darwinismo è (o non è) una buona teoria: non sarebbe più utile chiederlo per lo meno ad un biologo?
Tuttavia, l’aspetto che colpisce maggiormente è che Suzan Mazur, dimenticando che chi parte bene è a metà dell’opera, parte subito male e per l’ennesima volta usa il termine “darwinismo” come se fosse totalmente sovrapponibile a quello di “biologia evoluzionistica moderna”. Con questo non voglio dire che il Darwinismo sia superato, ma semplicemente che costituisce le basi di una realtà molto più ricca e variegata che è rappresentata dalla moderna biologia evoluzionistica.
Leggendo l’intervista a McKay (che è un astrofisico di indubbio valore, ma i cui interessi al di fuori dell’astrofisica sono rivolti agli studi umanistici piuttosto che alla biologia) Suzan Mazur pone questa incredibile domanda: “Hai detto che state cercando la vita in altre regioni dell’universo, le cose logiche da cercare sono l’energia, il carbonio, l’acqua allo stato liquido ed i solfuri, ma non hai fatto riferimento alla selezione naturale. Pensi che la selezione naturale possa esistere in tutto l’universo?”. Premesso che appare già evidente che per Suzan Mazur la selezione naturale serve per spiegare l’origine della vita e non la sua evoluzione, sorge una domanda: prima di cercare la selezione naturale non sarebbe bene cercare (e trovare!) la vita su Marte? Considerato che la biologia evoluzionistica ci insegna che ogni organismo cerca di adattarsi al meglio all’ambiente in cui vive, perché questo dovrebbe essere vero solamente sul pianeta Terra? La risposta di McKay è molto sensata (a dispetto della domanda!) ed in particolare McKay afferma: “Io penso che la selezione naturale sia un aspetto essenziale della vita indipendentemente da dove la troviamo. Sarebbe di enorme interesse poter dimostrare in qualche modo che la selezione naturale esiste anche su altri pianeti, ma al momento non abbiamo gli strumenti per farlo. E’ stato già difficile dimostrare che la selezione naturale agisce sulla terra ed è un processo ancora attivo. Noi vediamo, tuttavia, i suoi effetti e nella biochimica che fa funzionare, ad esempio, il nostro corpo vediamo il risultato di milioni di anni di selezione naturale ed ottimizzazione dei vari processi, così che la possiamo dimostrare in modo indiretto”.
In merito a quest’ultimo aspetto può essere discutibile l’idea che la selezione sia stata dimostrata in modo diretto o indiretto, ma proseguiamo con le domande successive: “Cosa mi puoi dire sugli altri meccanismi dell’evoluzione tra cui la self-organization ed il self-assembly? Questi meccanismi precedono la selezione naturale?”. “Qualche cosa deve aver preceduto la selezione naturale darwiniana” afferma McKey “ed il paradigma darwiniano fallisce in due aspetti: i. la selezione Darwiniana non può essere responsabile dell’origine della vita; ii. c’è il dubbio che la selezione naturale non possa spiegare completamente la comparsa della complessità a livello molecolare”. Prima di tutto la biologia evoluzionistica si occupa dell’evoluzione dei viventi, processo che non può che essere cominciato dopo l’origine della vita. L’origine della vita è un bellissimo ambito di ricerca, ma che non riguarda in alcun modo la selezione naturale che ha evidentemente cominciato ad agire immediatamente dopo la comparsa delle prime forme di vita. Il paradigma darwniano quindi non fallisce nello spiegare l’origine della vita, semplicemente perché non è l’ambito giusto in cui applicare questa teoria. Chi si interessa poi di evoluzione del genoma e di network biology (ovvero di come i geni sono organizzati in network implicati nel controllo di tutto ciò che avviene in cellule, tessuti, organi,…) non può affatto condividere la risposta di McKay perché la complessità molecolare può essere ben spiegata con la teoria dell’evoluzione. Riprendendo parte della risposta di McKay, “c’è il dubbio che” McKay non sia molto competente in materia, cosa che non sorprende considerato che si occupa di tutt’altro.
Come folgorata da questa risposta, Suzan Mazur chiede: “Ma allora quando inizia ad agire la selezione naturale?” e la risposta che McKey fornisce inizia bene per poi ricadere in errore: “Io penso che la selezione debba aver iniziato ad agire dopo l’origine della vita, dopo che si è originato un genoma, un genotipo. Questo è quindi il punto più ovvio in cui la selezione naturale fallisce: l’origine della vita”. Perché l’evoluzione fallisce se non spiega l’origine della vita, considerato che la teoria dell’evoluzione non è fatta per spiegare l’origine della vita?
Oggi ho scritto a Suzan Mazur (se mi risponde pubblicherò la risposta su Pikaia) chiedendo perché, avendo a disposizione un esperto della NASA, che è anche editor di riviste di astrofisica e coinvolto nell’invio di sonde su Marte, abbia deciso di parlare con lui di evoluzione. Ma non era più logico (ed utile per il lettore) parlare di astrofisica? Perchè se si parla di fisica si intervista un fisico, se si parla di moda uno stilista, se si parla di calcio una velina, mentre se si parla di evoluzione si può chiamare chi si vuole e quello che viene detto ha la stessa autorevolezza di ciò che verrebbe comunicato da chi alla biologia evoluzionistica ha dedicato anni ed anni di lavoro. Questo è quanto meno curioso!!
Mauro Mandrioli
“L’evoluzione è una legge (con parecchi elementi), tanto sostanziata quanto qualsiasi altra legge naturale, che sia di gravità, del movimento o di Avogadro. L’evoluzione è un dato di fatto, messa in discussione soltanto da chi sceglie di negare l’evidenza, accantona il buonsenso e crede invece che alla conoscenza e alla saggezza immutabili si arrivi soltanto con la Rivelazione”.
James D. Watson
Biologo e genetista all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove studia le basi molecolari dell’evoluzione biologica con particolare riferimento alla citogenetica e alla simbiosi. Insegna genetica generale, molecolare e microbica nei corsi di laurea in biologia e biotecnologie. Ha pubblicato più di centosessanta articoli su riviste nazionali internazionali e tenuto numerose conferenze nelle scuole. Nel 2020 ha pubblicato per Zanichelli il libro Nove miliardi a tavola- Droni, big data e genomica per l’agricoltura 4.0. Coordina il progetto More Books dedicato alla pubblicazione di articoli e libri relativi alla teoria dell’evoluzione tra fine Ottocento e inizio Novecento in Italia.