Mediterraneo e migrazioni, una storia vecchia come il mare
Uno studio sul DNA antico porta alla luce dinamiche di migrazioni verso Sicilia, Sardegna e Isole Baleari durante l’Età del Bronzo, prima dell’avvento delle grandi civiltà marine del Mediterraneo
Il Mar Mediterraneo è al centro di migrazioni ed epiche storie di viaggi e avventure da tempi antichi quanto il nostro immaginario. E anche di più, come rivelato da un gruppo di antropologi dalle Università di Vienna, Firenze e Harvard all’interno del loro studio. Attraverso l’analisi del DNA antico gli scienziati hanno scoperto come le migrazioni via mare da Africa, Asia ed Europa dell’Est verso le isole del Mediterraneo siano avvenute in epoca preistorica, molto prima della nascita delle civiltà marine. Le loro analisi si sono concentrate soprattutto sulla Sicilia, la Sardegna e le Isole Baleari, e hanno alzato il numero di individui dai dati genetici registrati da 5 a 66. I risultati mettono in evidenza uno schema complesso di migrazioni e spostamenti, con tempi e direzioni diversi per ogni isola.
In Sicilia è stata portata alla luce una migrazione di ceppo iranico, proveniente quindi dall’ Asia minore. Questa ascendenza era presente in notevoli proporzioni già nel periodo di espansione della Cultura Micenea, nella seconda metà del II millennio avanti Cristo. È possibile che questo flusso migratorio sia arrivato proprio con l’espansione della civiltà di Micene, ma le evidenze archeologiche lasciano aperta la possibilità di spostamenti anche precedenti.
La Sardegna mantiene un profilo genetico legato alle popolazioni neolitiche fino alla fine dell’età del bronzo, nonostante i contatti e i rapporti commerciali con altre popolazioni mediterranee. Uno degli individui studiati, datato tra il 2345 e il 2146 a.C., ha però larga parte del DNA di ascendenza Nord Africana. Questa caratteristica è comune con un altro individuo all’incirca contemporaneo proveniente dalla Penisola Iberica. Complessivamente, nell’ambito dell’Europa mediterranea, l’1,6% dei 191 individui datati tra i 5000 e i 3000 anni fa presenti in letteratura ha parte del patrimonio genetico derivante dal Nord Africa, chiaro segno di un massiccio flusso migratorio verso l’Europa. Con l’avvento dell’età del ferro i flussi migratori diventano più importanti ancora, e i 5 individui successivi l’età del bronzo analizzati per questo studio, tutti provenienti da siti costieri, non mostrano traccia del tradizionale corredo genetico sardo di era neolitica. Questi nuovi abitanti dell’isola, provenienti dal nord Africa e dalle regioni orientali del mediterraneo, nel tempo hanno continuato a mescolarsi con la popolazione sarda originale, finendo col contribuire a circa il 38-44% del patrimonio genetico dei sardi attuali, mentre il 56-62% deriva dai colonizzatori neolitici dell’isola (del DNA dei sardi Pikaia ha parlato qui).
Nelle Isole Baleari il colono più antico conosciuto risale circa al 2400 a.C., e i suoi antenati venivano da molto lontano, dalle steppe dell’Europa dell’est. Un viaggio lungo, che ha portato queste popolazioni prima più a ovest, verso la penisola iberica. Dalle coste iberiche quindi la navigazione verso est, che ha portato alla nascita dei primi insediamenti sulle 3 Isole Baleari. Viste le somiglianze e la contemporaneità tra le due culture è stato tentato anche un confronto genetico tra la Civiltà Nuragica, in Sardegna, e quella Talaiotica, sulle Baleari, presenti entrambe dal II millennio a.C. fino al II secolo a.C. Queste analisi non hanno portato a risultati positivi, ma è giusto notare come il campione per la Civiltà Talatiotica sia composto da un solo individuo.
Il Mediterraneo è un melting pot di culture e popolazioni da un tempo che precede la nostra memoria collettiva, e questo studio mette in luce una piccola fetta di questa storia.
Riferimenti:
Daniel M. Fernandes, Alissa Mittnik, Iñigo Olalde, Iosif Lazaridis, Olivia Cheronet, Nadin Rohland, Swapan Mallick, Rebecca Bernardos, Nasreen Broomandkhoshbacht, Jens Carlsson, Brendan J. Culleton, Matthew Ferry, Beatriz Gamarra, Martina Lari, Matthew Mah, Megan Michel, Alessandra Modi, Mario Novak, Jonas Oppenheimer, Kendra A. Sirak, Kristin Stewardson, Kirsten Mandl, Constanze Schattke, Kadir T. Özdoğan, Michaela Lucci, Gabriella Gasperetti, Francesca Candilio, Gianfranca Salis, Stefania Vai, Edgard Camarós, Carla Calò, Giulio Catalano, Marián Cueto, Vincenza Forgia, Marina Lozano, Elisabetta Marini, Margherita Micheletti, Roberto M. Miccichè, Maria R. Palombo, Damià Ramis, Vittoria Schimmenti, Pau Sureda, Luís Teira, Maria Teschler-Nicola, Douglas J. Kennett, Carles Lalueza-Fox, Nick Patterson, Luca Sineo, Alfredo Coppa, David Caramelli, Ron Pinhasi, David Reich. The spread of steppe and Iranian-related ancestry in the islands of the western Mediterranean. Nature Ecology & Evolution, 2020; DOI: 10.1038/s41559-020-1102-0
Riferimenti immagine: Vickyparis [CC-BY-SA-3.0-ES] via Wikimedia Commons
In Sicilia è stata portata alla luce una migrazione di ceppo iranico, proveniente quindi dall’ Asia minore. Questa ascendenza era presente in notevoli proporzioni già nel periodo di espansione della Cultura Micenea, nella seconda metà del II millennio avanti Cristo. È possibile che questo flusso migratorio sia arrivato proprio con l’espansione della civiltà di Micene, ma le evidenze archeologiche lasciano aperta la possibilità di spostamenti anche precedenti.
La Sardegna mantiene un profilo genetico legato alle popolazioni neolitiche fino alla fine dell’età del bronzo, nonostante i contatti e i rapporti commerciali con altre popolazioni mediterranee. Uno degli individui studiati, datato tra il 2345 e il 2146 a.C., ha però larga parte del DNA di ascendenza Nord Africana. Questa caratteristica è comune con un altro individuo all’incirca contemporaneo proveniente dalla Penisola Iberica. Complessivamente, nell’ambito dell’Europa mediterranea, l’1,6% dei 191 individui datati tra i 5000 e i 3000 anni fa presenti in letteratura ha parte del patrimonio genetico derivante dal Nord Africa, chiaro segno di un massiccio flusso migratorio verso l’Europa. Con l’avvento dell’età del ferro i flussi migratori diventano più importanti ancora, e i 5 individui successivi l’età del bronzo analizzati per questo studio, tutti provenienti da siti costieri, non mostrano traccia del tradizionale corredo genetico sardo di era neolitica. Questi nuovi abitanti dell’isola, provenienti dal nord Africa e dalle regioni orientali del mediterraneo, nel tempo hanno continuato a mescolarsi con la popolazione sarda originale, finendo col contribuire a circa il 38-44% del patrimonio genetico dei sardi attuali, mentre il 56-62% deriva dai colonizzatori neolitici dell’isola (del DNA dei sardi Pikaia ha parlato qui).
Nelle Isole Baleari il colono più antico conosciuto risale circa al 2400 a.C., e i suoi antenati venivano da molto lontano, dalle steppe dell’Europa dell’est. Un viaggio lungo, che ha portato queste popolazioni prima più a ovest, verso la penisola iberica. Dalle coste iberiche quindi la navigazione verso est, che ha portato alla nascita dei primi insediamenti sulle 3 Isole Baleari. Viste le somiglianze e la contemporaneità tra le due culture è stato tentato anche un confronto genetico tra la Civiltà Nuragica, in Sardegna, e quella Talaiotica, sulle Baleari, presenti entrambe dal II millennio a.C. fino al II secolo a.C. Queste analisi non hanno portato a risultati positivi, ma è giusto notare come il campione per la Civiltà Talatiotica sia composto da un solo individuo.
Il Mediterraneo è un melting pot di culture e popolazioni da un tempo che precede la nostra memoria collettiva, e questo studio mette in luce una piccola fetta di questa storia.
Riferimenti:
Daniel M. Fernandes, Alissa Mittnik, Iñigo Olalde, Iosif Lazaridis, Olivia Cheronet, Nadin Rohland, Swapan Mallick, Rebecca Bernardos, Nasreen Broomandkhoshbacht, Jens Carlsson, Brendan J. Culleton, Matthew Ferry, Beatriz Gamarra, Martina Lari, Matthew Mah, Megan Michel, Alessandra Modi, Mario Novak, Jonas Oppenheimer, Kendra A. Sirak, Kristin Stewardson, Kirsten Mandl, Constanze Schattke, Kadir T. Özdoğan, Michaela Lucci, Gabriella Gasperetti, Francesca Candilio, Gianfranca Salis, Stefania Vai, Edgard Camarós, Carla Calò, Giulio Catalano, Marián Cueto, Vincenza Forgia, Marina Lozano, Elisabetta Marini, Margherita Micheletti, Roberto M. Miccichè, Maria R. Palombo, Damià Ramis, Vittoria Schimmenti, Pau Sureda, Luís Teira, Maria Teschler-Nicola, Douglas J. Kennett, Carles Lalueza-Fox, Nick Patterson, Luca Sineo, Alfredo Coppa, David Caramelli, Ron Pinhasi, David Reich. The spread of steppe and Iranian-related ancestry in the islands of the western Mediterranean. Nature Ecology & Evolution, 2020; DOI: 10.1038/s41559-020-1102-0
Riferimenti immagine: Vickyparis [CC-BY-SA-3.0-ES] via Wikimedia Commons
Dopo la laurea magistrale in Quaternario, Preistoria e Archeologia, conseguita presso l’Università di Ferrara, si iscrive al master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza, grazie al quale inizia a collaborare con Pikaia. Con l’intenzione di continuare la divulgazione della scienza, in particolare della paleontologia, ha partecipato alla fondazione dell’associazione La Lampada delle Scienze.