Meglio di Jurassic Park: il Kem Kem group

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Il Sahara di 100 milioni di anni fa era un luogo molto diverso da oggi, ed era abitato da creature enormi e alcuni dei più grandi predatori che abbiano mai calcato la terra


Il Sahara del periodo Cenomaniano, il primo stadio stratigrafico del Cretaceo Superiore, tra i 100 e i 94 milioni di anni fa, era molto diverso da quello attuale. Era caratterizzato da un ambiente fluviale e deltizio, una commistione di acque dolci e salmastre, una stagionalità aspra e aridità periodica. In questo territorio difficile si muoveva una fauna straordinaria, dotta di denti aguzzi e artigli affilati. L’antico ecosistema è rimasto fossilizzato nella formazione geologica nota come gruppo Kem Kem. Un team internazionale di paleontologi, dopo averlo studiato approfonditamente, ha recentemente pubblicato uno studio su ZooKeys, il lavoro più comprensivo sui vertebrati fossili del Sahara in quasi un secolo.

Degli erbivori non si sa molto, perché purtroppo i loro resti fossili sono estremamente scarsi, e l’unica specie identificata con certezza, grazie alle grandi vertebre, è Rebbachisaurus garasbae. Si tratta di un sauropode, cioè uno dei grandi dinosauri dal collo lungo, in grado di raggiungere i 20 metri di lunghezza e probabilmente dotato di una “cresta” di pelle che percorreva l’estensione del suo dorso. Alcuni denti e frammenti ossei indicano la presenza anche di altri sauropodi, ma purtroppo è impossibile risalire alla specie.

Sono molto meglio documentati i carnivori, ed è qui che le cose si fanno interessanti. Nell’ecosistema erano presenti alcuni dei più grandi dinosauri carnivori di sempre. L’impressionante Carcharodontosaurus saharicus era un peso massimo in grado di raggiungere i 12 metri di lunghezza e dotato di denti lunghi e seghettati. Non era l’unico grande predatore terrestre, in quel territorio cacciava anche Deltadromeus agilis, un agile dinosauro in grado di raggiungere una lunghezza di 8 metri per un peso di 2 tonnellate e dotato di arti posteriori molto lunghi.

La situazione sulla terra era spaventosa, ma la cosa peggiore che si potesse fare sarebbe stato buttarsi in acqua. Questo perché nelle acque dell’ antico Sahara si muoveva il gigantesco Spinosaurus aegyptiacus, contendente al titolo di più grande dinosauro predatore di sempre. La sua caratteristica cresta dorsale avrebbe potuto essere vista ergersi sopra il pelo dell’acqua mentre nuotava a caccia di pesci e altri animali. Questo grazie allo straordinario adattamento della sua coda, recentemente accertato, che lo rende il primo dinosauro conosciuto evolutosi per il nuoto (di Spinosaurus e della sua coda Pikaia ne ha recentemente parlato qui). Il colossale dinosauro non era l’unico pericolo di quelle acque, abitate anche da parenti dei coccodrilli attuali. Alcuni erano in grado di raggiungere svariati metri di lunghezza, come i grandi coccodrilli dalla testa piatta Laganosuchus e Aegisuchus.

Nei vasti sistemi idrici vivevano numerosi pesci, che fornivano probabilmente la base dell’alimentazione per molti dei grossi carnivori. Tra questi il grande Axelrodicthys, un celacanto le cui dimensioni erano dalle 4 alle 5 volte quelle delle forme attuali, e il notevolissimo Onchopristis. Quest’ultimo era un pesce cartilagineo molto simile all’attuale pesce sega, ma in grado di raggiungere i 7 metri e oltre di lunghezza. Solo il suo rostro dentato poteva superare i 2 metri. Una vertebra di questo grande pesce è stata trovata, tra l’altro, in associazione a una mandibola di Spinosaurus: è quindi possibile che Onchopristis fosse una delle prede del grande dinosauro.

La grande quantità di fauna ittica attirava anche molti pterosauri di grandi dimensioni, come Siroccopteryx moroccensis e Coloborhynchus, con aperture alari di almeno 3 metri e grandi bocche irte di denti appuntiti evolutisi per catturare pesci.

Questa ricerca è la più comprensiva sui vertebrati fossili del Sahara dal 1936, data di pubblicazione del lavoro del grande paleontologo Ernst Freiherr Stromer von Reichenbach. Il risultato è la descrizione di un ecosistema fantastico e pericolosissimo, popolato da creature esotiche e iconiche che da decenni popolano il nostro immaginario.


Riferimenti:
Nizar Ibrahim, Paul C. Sereno, David J. Varricchio, David M. Martill, Didier B. Dutheil, David M. Unwin, Lahssen Baidder, Hans C. E. Larsson, Samir Zouhri, Abdelhadi Kaoukaya. Geology and paleontology of the Upper Cretaceous Kem Kem Group of eastern Morocco. ZooKeys, 2020; 928: 1 DOI: 10.3897/zookeys.928.47517

Riferimenti immagine: Artwork by Davide Bonadonna, License [CC-BY 4.0]