Biodiversità è un termine oggi noto a tutti e usato (e talora abusato) nei contesti più vari, da quello scientifico a quello divulgativo ma anche a quello politico-gestionale. Il significato reale di questo termine, percepito riduttivamente dai più soltanto come numero di specie, in realtà è multiplo e sottende moltissimi aspetti che hanno a che fare con la conoscenza delle specie ma anche e soprattutto con il loro ruolo nei rispettivi
ecosistemi. Ciò che in molti casi comporta anche la necessità di
definire strategie per una conservazione degli stessi e delle specie che li popolano.
La biodiversità è l’assoluta protagonista di
Meravigliose creature. La diversità della vita come non la conosciamo (Il Mulino, 2024), interessante saggio proposto da
Stefano Mazzotti. L’Autore la descrive nelle sue numerosissime sfaccettature, a partire dalla tuttora
discussa definizione dell’ “oggetto” di interesse, cioè la specie, all’analisi della distribuzione della vita vegetale e animale sulle terre emerse e nelle aree marine, e in diverse aree geografiche del pianeta. Numerosi sono gli approfondimenti su ambienti già noti come
hot-spot di biodiversità come le foreste pluviali tropicali, e la descrizione è particolarmente accurata e partecipata per aree geografiche dove Mazzotti ha compiuto personalmente spedizioni scientifiche.
Il panorama della biodiversità descritto in
Meravigliose creature è davvero ampio e
spalanca inedite finestre sulla vita in ambienti poco conosciuti perché sinora poco esplorati per motivi tecnici oggettivi. Ora però le tecnologie permettono osservazioni puntuali anche in ambienti “estremi” come le profondità marine abissali e le aree sottostanti i ghiacci polari antartici. Se poi aggiungiamo le annotazioni sulla
biodiversità microscopica, quale quella rappresentata da protozoi e batteri, ci accorgiamo che la parola biodiversità si gonfia di contenuti inaspettati e pone relative domande sul progresso della sua conoscenza e anche sui modi per gestirla da un punto di vista tassonomico.
E naturalmente la conoscenza della diversità della vita non può non legarsi a doppio filo con i problemi del
destino di alcune specie oggi in difficoltà a causa del cambiamento climatico e altri impatti antropici: l’individuazione di strategie per la conservazione degli ecosistemi delle quali le specie a rischio fanno parte è uno degli
obiettivi prioritari a livello globale.
Tutto questo è descritto in modo preciso e circostanziato
in questo libro che ho letto (e riletto) molto volentieri perché è scritto in modo estremamente chiaro e con intendimenti divulgativi che appaiono in numerosi passaggi. Credo che il libro sia fruibile soprattutto da persone già interessate a questi temi, e in grado quindi di apprezzare la
dovizia di dati scientifici e di particolari sui numerosi studi scientifici citati, per lo più recenti, e riportati in dettaglio, con numerosissime citazioni bibliografiche che rendono il testo molto aggiornato e scientificamente corretto.
Meravigliose creature è strutturato in
sette capitoli che rispecchiano altrettante angolature dalle quali vedere la biodiversità: la storia della
definizione di specie, i numeri della diversità biologica in
ambienti sinora esplorati, il ruolo delle
nuove tecnologie per il conteggio e la digitalizzazione dei dati raccolti, l’importanza dell’educazione ambientale e della
Citizen Science per la consapevolezza della biodiversità, la
necessità di una ricerca interdisciplinare per affrontare i problemi della sua tutela, casi recenti di
scoperte di nuove specie vegetali e animali, descrizioni di dettaglio di alcuni
hot spot di biodiversità terrestre e marina.
L’Autore conclude con riflessioni positive, a mio avviso molto condivisibili, sul
futuro della biodiversità, i problemi oggettivi dei cambiamenti climatici e i problemi soggettivi del ruolo di
Homo sapiens in questa difficile fase dell’evoluzione del nostro pianeta e del suo contenuto.
Il nuovo sforzo letterario di Stefano Mazzotti, zoologo di grande esperienza e già autore del saggio
Esploratori perduti (Codice, 2011), ha centrato il punto in discussione (biodiversità) riuscendo a trasmetterne la pluralità di significati con grande e attiva partecipazione. È un libro certamente da leggere.
È stata Professore Ordinario di Zoologia, oggi Professore Emerito, presso l’Università degli studi di Urbino dove ha insegnato Biologia animale, Evoluzione biologica e Conservazione della natura per i Corsi di Laurea di Scienze Biologiche e di Scienze Naturali. Ha svolto ricerche soprattutto nell’ambito della tassonomia e biologia riproduttiva di alcuni gruppi di microinvertebrati. Si è occupata delle collezioni zoologiche di Ateneo e dell’allestimento di una esposizione pubblica permanente di parte di esse. Ha collaborato alla stesura di alcuni testi universitari di zoologia sia italiani che esteri.
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