Moda, noia e rapimenti di cuccioli: nascita e diffusione di un bizzarro trend culturale in un gruppo di scimmie cappuccino

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Nell’isola di Jicaròn, un gruppo di scimmie cappuccino sviluppa un comportamento mai osservato prima e senza alcun apparente vantaggio evolutivo: il rapimento e il trasporto di cuccioli di un’altra specie. Potrebbe trattarsi di una “moda”?

Accostare il termine “moda” al comportamento animale sembra richiamare – a ragione – lo spettro dell’antropomorfismo, da decenni ormai ritenuto in etologia un vero e proprio bias. Sebbene, da un lato, identificare parallelismi tra alcuni comportamenti animali e alcuni comportamenti umani possa condurre ad una indebita proiezione di stati mentali e obiettivi umani su altre specie, dall’altro è innegabile che l’uomo sia, a tutti gli effetti, un animale, filogeneticamente inserito nel ramificato albero della vita. Ciò implica che non si può del tutto escludere che esistano certi tratti – anche comportamentali – della specie umana che essa condivida, in maniera più o meno marcata, con altri taxa animali. Ma fino a che punto è legittimo aspettarsi di ritrovare abitudini comportamentali considerate “unicamente” umane nelle altre specie animali?

Un recente studio pubblicato del Max Planck Insitute of Animal Behaviour su Current Biology offre una serie di cruciali osservazioni etologiche per rispondere a tale quesito. Facendo tesoro dei numerosi dati multimediali ottenuti da 84 telecamere nascoste nell’isola di Jicaròn (Coiba National Park, Panama), l’ecologa comportamentale Zoë Goldsborough e colleghi sono riusciti a identificare l’origine e la diffusione di un bizzarro comportamento all’interno di un gruppo di scimmie cappuccino dalla faccia bianca (Cebus capucinus imitator), già tenuto sotto osservazione per aver saputo sviluppare l’abilità di utilizzare pietre e rocce come strumenti. Le registrazioni analizzate dai ricercatori fanno riferimento ad una finestra temporale che va da gennaio 2022 a luglio 2023. Ed è proprio ad una specifica data – il 26 gennaio 2022 – che gli scienziati fanno risalire l’origine di questo trend comportamentale, mai rilevato prima: un maschio subalduto (denominato “Joker”) è avvistato mentre trasporta sul dorso un cucciolo di scimmia urlatrice (Alouatta palliata coibensis). Si tratta di un chiaro caso di rapimento interspecifico, in cui un adulto di una specie s’impossessa di uno o più cuccioli di un’altra specie.

Adozione o Rapimento?

Nel corso dei quattro mesi successivi, Joker rapisce e trasporta altri quattro cuccioli di scimmie urlatrice, in alcuni casi tenendoli sul dorso per nove giorni consecutivi. Nonostante anche altri del suo stesso gruppo avessero assistito al comportamento bizzarro di Joker (in 14 dei 20 avvistamenti), nessuna interazione coi cuccioli è stata documentata dalle telecamere – una fase che il gruppo di ricerca designa come exposure o esposizione. Bisognerà attendere settembre 2022 per assistere alla diffusione del trend comportamentale, quando altri quattro maschi di scimmia cappuccino sembrano imitare Joker, rapendo e trasportando sul loro dorso un totale di undici diversi cuccioli di scimmia urlatrice.

Sebbene i cuccioli rapiti si presentino in salute nei primi giorni, le loro condizioni generali di salute subiscono un progressivo deterioramento e si stima che almeno quattro di loro siano deceduti per malnutrizione (verosimilmente causata dalla mancata assunzione del latte materno). Un altro dettaglio catturato dalle telecamere rivela che alcuni dei cuccioli deceduti siano stati trasportati dai “rapitori” almeno un giorno dopo la loro morte, per motivi che sembra complicato ipotizzare. Gli scienziati escludono la possibilità che si tratti di casi di adozione a seguito di abbandono materno – un fenomeno per cui cuccioli di una specie, abbandonati dalla propria madre, vengono “adottati” da altri membri della stessa specie o anche di specie diverse. Nella maggioranza dei casi, infatti, ad adottare questa pratica sono femmine che – in accordo con l’ipotesi più condivisa – sfruttano i cuccioli abbandonati per affinare e allenare le loro tecniche parentali. In questo caso, però, a rapire e trasportare i cuccioli sono tutti individui di sesso maschile. A sostegno dell’ipotesi del rapimento si aggiungono anche altre osservazioni: quando cercano di scappare, i cuccioli vengono riacciuffati con forza; i rapitori non sembrano mostrare alcuni tipo di attenzione e/o cura parentale nei confronti dei cuccioli rapiti, cimentandosi durante il loro trasporto in altre attività potenzialmente pericolose (come l’utilizzo di pietre e rocce) causando spesso la loro caduta; a seguito dei rapimenti, le madri dei cuccioli rapiti emettono dei specifici richiami (definiti “lost calls”) che chiaramente segnalano la loro afflizione emotiva.

Esiste un vantaggio evolutivo di questa “moda”? Se sì, quale?

Le dinamiche dei rapimenti non sono state ancora chiarite del tutto, poiché le telecamere adoperate nello studio non consentono di registrare cosa accade tra le chiome degli alberi, dove si suppone che i rapimenti abbiano avuto luogo. Inoltre, gli adulti di scimmia urlatrice sono almeno tre volte più grandi degli adulti di scimmia cappuccino, il che indica che i rapitori incorrono in numerosi rischi e investono risorse – fisiche e cognitive – non indifferenti durante la fase di rapimento. A questo punto, dunque, bisogna chiedersi quali siano le ragioni (in senso adattativo) di questo comportamento? In altre parole: quali vantaggi ottengono i rapitori in termini di fitness?

Diversi ipotesi sono state avanzate per trovare una spiegazione adattativa a questo comportamento anomalo, tra cui ad esempio l’idea che i cuccioli trasportati sul dorso possano fungere da agonistic buffering contro l’aggressione da parte di altri membri del gruppo (la vista di un infante tende a scoraggiare gli atteggiamenti aggressivi in alcune specie di primati). Nessun dato, tuttavia, permette al momento di identificare con certezza la presenza di un vantaggio sociale verso i maschi rapitori, come, ad esempio, un aumento della frequenza e della durata del grooming nei loro confronti. In altre parole, non è possibile (almeno al momento) associare questo trend comportamentale a nessun vantaggio selettivo; di conseguenza, l’ago della bilancia sembra spostarsi verso una spiegazione non adattativa, secondo la quale anche tratti “neutri” – cioè privi di vantaggi e svantaggi in termini di fitness – possano nascere e diffondersi in una popolazione.

La madre delle innovazioni culturali potrebbe essere la noia

Come suggerito anche dagli autori dello studio, questo comportamento potrebbe essere considerato qualcosa di simile a una “moda”, ossia un repertorio ristretto di comportamenti che non apporta alcun vantaggio evidente (ma neanche svantaggio), che origina da un “innovatore” e si diffonde per imitazione. Già nel 2014, uno studio pubblicato su Animal Cognition aveva identificato la diffusione di una “moda” aquisita per imitazione in un gruppo di scimpanzé (Pan troglodytes), che avevano iniziato a selezionare accuratamente dei fili d’erba per posizionarli sulle loro orecchie e poi andare in giro con questo “ornamento”. Il rapimento dei cuccioli di scimmia urlatrice appartiene alla stessa classe di fenomeni? Una più accurata misurazione dei possibili vantaggi selettivi, nonché un’analisi di come il comportamento continui ad evolversi nella popolazione oltre della finestra temporale dello studio, sembra essere fondamentale per inquadrare meglio la situazione.

Le isole sono ecosistemi assai peculiari, caratterizzati da dinamiche evolutive uniche nel loro genere. L’isola di Jicaròn ha una ridotta biodiversità e per le scimmie cappuccino ci sono ben poche sfide da affrontare durante la loro vita quotidiana, considerando anche la totale assenza di predatori e la scarsa competizione alimentare con altre specie. Tale stato di cose – ipotizzano i ricercatori – potrebbe portare le scimmie cappuccino ad annoiarsi . E sarebbe proprio da questo particolare stato emotivo – la noia – che le innovazioni comportamentali trarrebbero la loro origine. Per dirla in altri termini, il connubio tra sotto-stimolazione sensoriale, tempo libero, capacità di esplorazione comportamentale e imitazione sociale potrebbe condurre alla nascita e diffusione di “mode” senza alcun (evidente) valore evolutivo.

Immagine in apetura: un giovane maschio di scimmia cappuccino che trasporta una neonato di scimmia utrlatrice © MPI of Animal Behavior/ Brendan Barrett