Molecole punteggiate?

  Tuttavia, se l’evoluzione è avvenuta nell’uno o nell’altro dei modi potrebbe aver lasciato traccia anche negli esseri viventi attuali. Le filogenesi molecolari, ad esempio, potrebbero aver conservato segnali di come sono avvenute le speciazioni.     Mark Pagel e coll. (Large Punctuational Contribution of Speciation to Evolutionary divergence at the Molecular Level. Science, VOL. 314 , 119-121,  6 ottobre 2006) […]

  Tuttavia, se l’evoluzione è avvenuta nell’uno o nell’altro dei modi potrebbe aver lasciato traccia anche negli esseri viventi attuali. Le filogenesi molecolari, ad esempio, potrebbero aver conservato segnali di come sono avvenute le speciazioni. 

   Mark Pagel e coll. (Large Punctuational Contribution of Speciation to Evolutionary divergence at the Molecular Level. Science, VOL. 314 , 119-121,  6 ottobre 2006) esaminano un centinaio di filogenesi molecolari già pubblicate in gruppi assai diversi fra loro, accomunati dal basso livello sistematico (siamo all’interno di generi, famiglie, o al massimo ordini). Prendono le sequenze geniche pubblicate, ci costruiscono le filogenesi, e si propongono di vedere se la lunghezza dei cammini che separano i taxa presi in esame sia correlata più al numero di nodi (=eventi di speciazione  = sostegno al modello e.p.) oppure al tempo di separazione dei taxa (= sostegno al “gradualismo filetico”). E scoprono che il 35% delle filogenesi studiate mostrano effetti da e.p. L’effetto sembra più marcato nelle piante e nei funghi che negli animali.

   Naturalmente, se le cose stanno così, i cambiamenti “da e.p.” rendono ben meno utilizzabili gli orologi biologici, che non marcherebbero più il tempo con precisione, influenzati come sono dagli eventi di speciazione. Pagel e coll. scoprono che, nelle filogenesi dove hanno rimarcato un effetto e.p., vi è un contributo alla deviazione dagli orologi che può raggiungere il 48%.  Non trovano invece traccia di stasi, il secondo componente degli e.p., nelle filogenesi esaminate. Basterebbe anche solo l’effetto sugli orologi per trovare interessante questo articolo: gli autori sostengono che prima di applicare un orologio biologico, d’ora in avanti, uno dovrebbe vedere quanto il suo taxon commina per e.p.

  Stephen Jay Gould, uno dei due padri degli e.p.,  chiedendosi quanto frequenti fossero gli eventi evolutivi che seguono quel modello, scrisse anni fa sulla non dimenticata rivista italiana Scientia: “ … una stima, ad. occhio e croce, del 90% è sufficiente a scagionarmi dall’accusa di definire la mia tesi in termini tali da facilitarle la vittoria? Se Dio apparisse e ci informasse che il 48,647 % degli eventi evolutivi significativi è avvenuto per equilibri punteggiati, ne sarei poco (solo poco) più che semisoddisfatto, ma avere mezza ragione è una benedizione in un mondo complesso.” (Gli equilibri punteggiati convalidano un approccio gerarchico alla macroevoluzione, Scientia, 1983, pp. 159-163).  Chissà come potrebbe commentare i dati di Pagel e coll.?

 

Marco Ferraguti