Morire di troppa protezione
La grande farfalla blu Maculinea arion si è estinta in Inghilterra nel 1979, ma da tempo si sapeva che le popolazioni di quella farfalla erano in pericolo: il declino numerico era iniziato verso il 1880, nel 1950 erano rimaste una trentina di colonie, ma nel 1974 ne erano rimaste 1 o 2, con non più di 250 individui. Il ciclo […]
La grande farfalla blu Maculinea arion si è estinta in Inghilterra nel 1979, ma da tempo si sapeva che le popolazioni di quella farfalla erano in pericolo: il declino numerico era iniziato verso il 1880, nel 1950 erano rimaste una trentina di colonie, ma nel 1974 ne erano rimaste 1 o 2, con non più di 250 individui. Il ciclo vitale di M. arion è assai complesso: le uova vengono deposte sulle pianticelle di timo, Thymus drucei e inizialmente le larve si sviluppano nutrendosi di esso. Tuttavia il potere nutritivo del timo non è granché, e così le larve si lasciano cadere a terra e adescano delle formiche del genere Myrmica, sia mediante la produzione di sostanze zuccherine delle quali le formiche sono ghiotte, sia con stimoli tattili, olfattivi e sonori. Le operaie delle formiche, ingannate, portano le larve di M. arion nel loro nido. Qui le larve delle farfalle iniziano a mangiare … le larve delle formiche che le ospitano, ma vengono accudite dalle formiche operaie perché continuano a produrre le sostanze zuccherine e ad emettere i loro segnali (probabilmente riescono ad imitare i suoni delle regine, come nella specie congenerica Maculinea rebeli, in una ricerca commentata qui da Pikaia). Le larve di M. arion crescono bene e al termine del loro sviluppo, sfarfallano.
Quali sono state le cause del declino numerico della splendida farfalla blu? Negli anni ’30 si incolparono i collezionisti, e dunque si costruì un recinto per proteggere le farfalle nella zona del sud dell’Inghilterra in cui erano numerose. Il recinto, ovviamente, escluse gli erbivori, oltre ai collezionisti, e con grande sorpresa ciò accelerò il declino delle farfalle.
Un gruppo di ecologi britannici ha deciso di indagare a fondo, con uno studio decennale, le cause del declino di Maculinea arion, seguendo l’ultima popolazione sopravvissuta, nel Dartmoor, e controllando i fattori che potevano esserne responsabili. Furono indagati ben 18 fattori possibili, ma un lungo lavoro di modellizzazione permise di escluderne molti, fra i quali la pressione da parte dei collezionisti e l’area dei prati che ospitavano le farfalle. Risultò che il fattore principale era non la misura, ma la qualità dei prati, che a sua volta determinava la quantità di individui di Myrmica sabuleti, la specie di formiche prediletta dai bruchi di Maculinea arion: solo quando questa specie rappresenta più del 68% delle formiche presenti, si scoprì, la farfalla poteva prosperare. Ma quale fattore determina, a sua volta, il prosperare di M. sabuleti? L’altezza del prato: un’altezza dell’erba di 1,4 cm consente al sole di scaldare il suolo, in modo che sia raggiunta la temperatura ideale per quella specie di formiche, mentre un’erba alta più di 2 cm fa cadere la temperatura al suolo di un paio di gradi, e ciò consente ad una specie competitrice, Myrmica scabrinoides, di vincere la competizione ed escludere M. sabuleti. La costruzione del recinto escluse le pecore che prima brucavano l’erba tenendola bassa. Restavano ancora i conigli a brucare l’erba, ma essi furono sterminati dalla mixomatosi. Ecco perché l’erba è cresciuta troppo, creando un ambiente troppo freddo che impedisce il benesere di M. sabuleti. Di rimando, dunque, le popolazioni della grande farfalla blu declinarono.
La storia, per una volta, è a lieto fine: la conoscenza dell’ecologia di Maculinea arion ha consentito di reintrodurre in maniera corretta delle popolazioni della farfalla prelevate nell’isola di Oland, in Svezia, e sembra che, ponendo attenzione ai fattori determinanti, oggi la specie in Inghilterra non sia più in pericolo. Le conoscenze acquisite in Gran Bretagna vengono oggi attivamente poste in pratica anche in altri paesi dove si trova Maculinea arion.
Questa storia ha molte morali, ma ce ne sono almeno due che secondo me andrebbero meditate: la prima è che l’ecologia è una disciplina molto complessa, e la seconda che la tutela delle specie in pericolo non è un’attività banale, e a volte va in direzioni imprevedibili.
L’ecologia di Maculinea e Myrmica è raccontata con dettaglio nel sito: http://faculty.plattsburgh.edu/thomas.wolosz/metapop.htm
Marco Ferraguti
Riferimenti:
J. A. Thomas, D. J. Simcox, R. T. Clarke. Successful Conservation of a Threatened Maculinea Butterfly. Science, 325, 80-83, 2009
È stato Professore Ordinario di Evoluzione Biologica presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto ricerche nel campo della riproduzione e filogenesi in diversi gruppi di invertebrati. È stato presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica e si è occupato attivamente della divulgazione di temi evoluzionisti e di traduzioni di testi di autori importanti. Ha curato il testo “Evoluzione, modelli e processi” per Pearson Italia. Ha diretto per 20 anni la Biblioteca Biologica dell’Università