(Non) mangiare con le mani!
Si ritiene che la pressione selettiva legata al luogo di approvvigionamento e consumo di cibo da parte delle specie alla base della linea evolutiva dei primati, ovvero i rami terminali degli alberi, abbia influito sulla specializzazione degli arti di questi mammiferi: è pertanto considerata fondamentale per spiegare l’origine dei primati. Un nuovo studio, condotto dagli antropologi Joseph Orkin e Herman […]
Si ritiene che la pressione selettiva legata al luogo di approvvigionamento e consumo di cibo da parte delle specie alla base della linea evolutiva dei primati, ovvero i rami terminali degli alberi, abbia influito sulla specializzazione degli arti di questi mammiferi: è pertanto considerata fondamentale per spiegare l’origine dei primati. Un nuovo studio, condotto dagli antropologi Joseph Orkin e Herman Pontzer dell’Università di Washington, mette in discussione questa ipotesi e suggerisce come parte del peculiare aspetto morfologico dei primati non sia esclusiva conseguenza dell’uso abituale di questo habitat.
Nel corso della loro storia evolutiva, i primati hanno sviluppato una serie di accorgimenti funzionali: artigli prensili per spostarsi facilmente in un habitat arboreo; sviluppo di orbite oculari frontali che ha dato loro la capacità di percepire le altezze e le distanze. Gli artigli si sono poi trasformati in unghie piatte ed il primo dito è diventato opponibile. I modelli teorici sin qui assunti, che si sono basati sulla comparazione con altre specie animali arboricole, hanno sempre considerato l’uso dei rami sottili e terminali degli alberi come un importante fattore di pressione selettiva, che ha guidato l’evoluzione dei primati verso l’acquisizione di mani capaci di afferrare, di unghie, e dello sviluppo della convergenza orbitale.
Importanti informazioni giungono dall’osservazione degli scoiattoli grigi dell’America orientale, della specie Sciurus carolinensis. I due scienziati hanno esaminato più da vicino il loro comportamento durante l’approvvigionamento di cibo e lo hanno successivamente comparato con un campione di primati allo stato selvatico, reperibile dai dati in letteratura. Secondo le attese gli scoiattoli grigi avrebbero evitato l’uso dei rami terminali degli alberi per cibarsi, a causa della loro mancanza di specializzazione morfologica rispetto ai primati arboricoli, e di conseguenza avrebbero avuto la necessità di consumare il bottino su stabili supporti, come accade in altre specie affini. Invece no: gli scoiattoli grigi, specie filogeneticamente lontana dai primati e avente strutture per il procacciamento e il consumo di cibo molto diverse da quelle dei primati, esibiscono un uso abituale dei rami sottili e terminali degli alberi.
Ciò non fa altro che indicare come questa abitudine non possa spiegare, da sola, la conseguente evoluzione di alcune strutture anatomiche tipiche degli arti dei primati. Di conseguenza, da oggi, è più giusto pensare che la specializzazione morfologica degli arti dei primati debba essere stata promossa dall’azione combinata di questo fattore selettivo e di altre forze ancora da definire.
Stefania Stivanin
Riferimenti:
The Narrow Niche hypothesis: gray squirrels shed new light on primate origins. 2011 Apr;144(4):617-24. doi: 10.1002/ajpa.21450. Epub 2011 Jan 4. – Orkin JD, Pontzer H.
Immagine da Wikimedia Commons