Occhio monocromatico

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Novità dal mondo degli squali: questi temibili predatori marini non dovrebbero il loro straordinario successo sulla terra, che li rende i dominatori delle acque mondiali da centinaia di milioni di anni, alle loro capacità visive. Infatti, da un recente studio emerge come questi vertebrati non abbiano alcuna capacità di percepire i colori.Grazie a procedure di microspettrometria, un gruppo di biologi […]


Novità dal mondo degli squali: questi temibili predatori marini non dovrebbero il loro straordinario successo sulla terra, che li rende i dominatori delle acque mondiali da centinaia di milioni di anni, alle loro capacità visive. Infatti, da un recente studio emerge come questi vertebrati non abbiano alcuna capacità di percepire i colori.

Grazie a procedure di microspettrometria, un gruppo di biologi della University of Queensland ha infatti analizzato i fotorecettori (coni e bastocelli) presenti nella retina di ben 17 specie di squali. Ebbene, 10 di esse presentavano solamente bastoncelli, le cellule fotorecettrici utilizzate nella visione notturna, mentre le restanti contenevano anche alcuni coni, i fotorecettori deputati alla visione dei colori. Dalle pagine della rivista Naturwissenschaften, però, si legge che in tutte le specie che possiedono cellule in grado di percepire i colori, è stato rinvenuta solamente una tipologia di cono, in grado quindi di captare la luce di una sola lunghezza d’onda. Questo significa che la visione degli squali diurni è probabilmente monocromatica e, continuano i ricercatori, difficilmente questi predatori riescono a distinguere le varie tonalità.

La monocromia della vista è molto rara nelle specie che vivono in ambiente subaereo, mentre sembra un tratto diffuso in ambiente acquatico. Anche i cetacei e alcuni pinnipedi, infatti, possiedono un’unica tipologia di cono, quella che percepisce le lunghezze d’onda nel verde. Ecco dunque svelata un’altra caratteristica comune tra mammiferi marini e squali, che sottolinea ancora una volta il processo di converegenza evolutiva che ha interessato questi due gruppi di vertebrati.

Andrea Romano


Riferimenti:
1.Nathan Scott Hart, Susan Michelle Theiss, Blake Kristin Harahush, Shaun Patrick Collin. Microspectrophotometric evidence for cone monochromacy in sharks. Naturwissenschaften, 2011; DOI: 10.1007/s00114-010-0758-8

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons