Odori ed inganni
Siamo ormai da tempo abituati agli inganni delle orchidee ai danni dei prorpi insetti impollinatori. Molte specie, infatti, hanno fiori dalle che ricordano le sembianze delle femmine dei pronubi, inducendo i maschi a visitarli continuamente (Pikaia ne ha parlato qui), mentre altre liberano nell’aria messaggeri chimici simili a quelli rilasciati da prede in difficoltà, richiamando l’attenzione degli insetti predatori (Pikaia […]
Siamo ormai da tempo abituati agli inganni delle orchidee ai danni dei prorpi insetti impollinatori. Molte specie, infatti, hanno fiori dalle che ricordano le sembianze delle femmine dei pronubi, inducendo i maschi a visitarli continuamente (Pikaia ne ha parlato qui), mentre altre liberano nell’aria messaggeri chimici simili a quelli rilasciati da prede in difficoltà, richiamando l’attenzione degli insetti predatori (Pikaia ne ha parlato qui).
Come si legge dalle pagine della rivista Annals of Botany, l’orchidea sudafricana Satyrium pumilum è riuscita ad escogitare un ulteriore stratagemma per attrarre gli incosapevoli impollinatori: riesce a produrre sostanze odorose simili a quelle liberate da carcasse di animali in putrefazione. Come spesso accade, le carcasse costituiscono uno dei luoghi maggiormente frequentati da una grande varietà di insetti, in particolare ditteri, che depongono le uova nel loro interno. Il loro odore, dunque, rapresenta una calamita irresistibile per molte specie di potenziali vettori di polline.
Nonostante una sola delle famiglie di ditteri (quella dei Sarcophagidae) che nell’area di studio, il deserto fiorito di Namaqualand in Sudafrica, normalmente frequentano le carcasse sia attirata dalle orchidee, la strategia delle piante sembra estremamente vincente. Infatti, questi piccoli ditteri sono quelli che, per dimensioni e anatomia corporea, meglio potrebbero trasportare il polline, come dimostrato dall’elevato successo di impollinazione. Inoltre, soprattutto le femmine vengono attratte dall’odore: nel corso dello studio, infatti, numerosi individui hanno deposto le proprie uova all’interno dei fiori, ingannate dal perfetto mimetismo chimico delle orchidee.
Se si pensa che le piante non forniscono alcuna ricompensa in nettare agli insetti, l’inganno dell’orchidea si compie nella sua perfezione, da perfetto parassita.
Andrea Romano
Riferimenti:
van der Niet T, Hansen DM, Johnson SD. Carrion mimicry in a South African orchid: flowers attract a narrow subset of the fly assemblage on animal carcasses. Annals of Botany, (in press) DOI: 10.1093/aob/mcr048
Immagine: da Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.