Pianta? No, fungo!

Alcuni ricercatori della University of Chicago e del National Museum of Natural History in Washington, D.C. sembra abbiano risolto il mistero che circondava l’identità di uno degli organismi più bizzarri che siano mai esistiti sulla terra. La specie protagonista della vicenda si chiama Prototaxites e si è estinta da circa 350 milioni di anni. Fino a pochi giorni fa era

Alcuni ricercatori della University of Chicago e del National Museum of Natural History in Washington, D.C. sembra abbiano risolto il mistero che circondava l’identità di uno degli organismi più bizzarri che siano mai esistiti sulla terra. La specie protagonista della vicenda si chiama Prototaxites e si è estinta da circa 350 milioni di anni.

Fino a pochi giorni fa era considerata una pianta imparentata con le felci e le conifere. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Geology, della Geological Society of America, ha determinato che invece si tratta di un fungo. Sulla identificazione di Prototaxites vi è sempre stata una forte controversia: era stata considerata una pianta soprattutto per le sue straordinarie dimensioni, che lo rendono l’organismo più grande mai conosciuto, e per alcune caratteristiche, tra cui quella di elevarsi su una struttura simile ad un tronco.

La prima descrizione, come pianta, avvenne nel lontano 1859 ad opera del paleobotanico J.W.Dawson, anno ricordato nella storia per altri motivi, ma venne contraddetta più volte da vari ricercatori, che non riuscirono a trovare la caratteristica distintiva ed evidente che l’avrebbe etichettata come fungo.

La prova definitiva è giunta da un’analisi chimica che ha misurato le dosi di due isotopi del carbonio, il carbonio-12 e il carbonio-13, presenti nei fossili di Prototaxites e di piante coeve. In tutte le piante la proporzione dei due isotopi è risultata simile, dal momento che tutte le piante traggono il proprio nutrimento dalla fissazione della CO2 presente nell’aria. Al contrario, la proporzione degli isotopi in Prototaxites è risultata molto differente, indicando la sua connotazione da eterotrofo. Resta ora da capire in che modo potesse crescere fino a dimensioni simili.

Andrea Romano